Luciano Spalletti
Luciano Spalletti (Credit: Instagram Spalletti - lanotiziasportiva.com)

Spalletti: “De Laurentiis? Un Sultano con un ego troppo grande”

Nel suo nuovo libro Il Paradiso esiste… Ma quanta fatica, l’ex tecnico del Napoli Luciano Spalletti svela i retroscena del difficile rapporto con Aurelio De Laurentiis: dai contrasti quotidiani alle ingerenze del presidente, fino al mancato gesto dopo lo scudetto. “Se ci fosse stato più rispetto, sarei rimasto”.

Nel giorno dell’uscita del suo libro autobiografico, Il Paradiso esiste… Ma quanta fatica, scritto con Giancarlo Dotto, Luciano Spalletti torna a parlare del suo biennio napoletano. Lo fa senza filtri, raccontando i retroscena di un rapporto mai semplice con il presidente Aurelio De Laurentiis, definito nel testo – non senza ironia – “Il Sultano”.

“In tutta la mia storia a Napoli ho giocato due partite contemporanee: quella con gli avversari e l’altra con il presidente”, scrive Spalletti, oggi commissario tecnico della Nazionale.

“UN IMPRENDITORE CAPACE, MA INVADENTE”

Il tecnico toscano riconosce a De Laurentiis una grande capacità imprenditoriale, sottolineando come abbia salvato e rilanciato il Napoli a partire dal 2004. Ma allo stesso tempo ne denuncia l’ego smisurato e la tendenza a intervenire su ogni decisione: dalle convocazioni, alle sistemazioni alberghiere, fino ai gesti quotidiani come la consegna delle maglie ai figli dei giocatori.

“Il presidente metteva la ceralacca su tutto”, racconta Spalletti, che non ha mai nascosto le tensioni vissute in quegli anni. Un aneddoto emblematico è quello dell’hotel cambiato per far posto alla Juventus, provocando smarrimento nella squadra e perdita di riferimenti in momenti cruciali.

IL MANCATO GESTO DOPO LO SCUDETTO

Il punto più amaro del racconto è legato alla sera in cui il Napoli ha vinto il suo terzo Scudetto. In un passaggio molto duro, Spalletti rivela che De Laurentiis non chiamò né l’allenatore, né i giocatori, né lo staff tecnico.

“Era troppo impegnato a giocare la sua partita personale sul prato festante del Maradona”, scrive, lasciando intendere come quella vittoria sia stata per il presidente più un trofeo personale che un traguardo condiviso.

“SAREI RIMASTO, MA SERVIVA PIÙ RISPETTO”

Spalletti chiude con una riflessione che sa di rimpianto. A chi gli chiede se sarebbe rimasto a Napoli in condizioni diverse, risponde finalmente:

“Sì, se ci fosse stato più rispetto umano, più dialogo e più apertura su cosa ci volesse per rivincere. Alla fine sarei rimasto. Ma ringrazierò sempre De Laurentiis per avermi dato l’occasione di allenare il Napoli”.

Un libro che promette di far discutere e che riapre una ferita mai del tutto sanata tra il ct della Nazionale e il suo ex presidente.

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