Dal colpo di testa di Sergio Ramos a Lisbona alla zampata disperata di Acerbi a San Siro: dieci istanti di gloria nati nei minuti più impensabili, capaci di riscrivere il destino di intere stagioni. Ecco i gol che hanno fatto la leggenda della Champions League.
Sembrava finita. Dopo aver sprecato un doppio vantaggio, l’Inter si ritrovava sotto 2-3 contro il Barcellona a pochi secondi dal termine della semifinale di ritorno. Il sogno sembrava svanire, ma al 93’ Francesco Acerbi ha cambiato il destino con un gol da attaccante vero: girata improvvisa in area e 3-3 all’ultimo respiro. La partita è andata ai supplementari, poi decisa da Frattesi, ma quel gol ha già fatto storia. E ora Acerbi entra nell’Olimpo dei “gol miracolosi” della Champions.
DAL MIRACOLO DI ACERBI AL DOPPIO RODYGO
Minuto 93, 6 maggio 2025. Il Barcellona ha appena completato una rimonta che sa di condanna. L’Inter sembra al tappeto, e invece no. Francesco Acerbi si fa largo nell’area come un attaccante consumato e buca la rete. È 3-3. Supplementari. San Siro esplode. L’Inter vincerà 4-3: è finale. Minuto 90. Il Manchester City di Guardiola è a un passo dalla finale nel maggio del 2022. Ma al Bernabeu le partite finiscono quando lo decide il destino. Rodrygo segna, pareggia e un minuto dopo lo rifà. Due gol in due minuti: lo stadio impazzisce. Poi ci pensa Benzema ai supplementari.
MOURA, RASHFORD, NEYMAR E MULLER
Ad Amsterdam, nel maggio del 2019, è notte fonda per il Tottenham. Sotto 2-0 dopo il 1-0 dell’andata, la finale è un miraggio. Ma Lucas Moura ha altri piani: due gol e poi, al 96’, il colpo da ko. È 3-2. È finale. È una delle rimonte più pazze mai viste. Parco dei Principi, marzo 2019. Il VAR concede un rigore al 94’. La palla pesa come la stagione. Marcus Rashford non trema. Tiro sotto la traversa. Manchester United ai quarti. Il PSG ancora incredulo. Barcellona-PSG, marzo 2017, ritorno degli ottavi. Serve un’impresa oltre ogni logica. Neymar segna due volte. Ma è Sergi Roberto, al 95’, a scrivere la parola leggenda. Il 6-1 vale i quarti. E la storia. All’Allianz Arena la Juve domina nel marzo del 2016. È 2-0. Sembra fatta. Ma poi Robert Lewandowski, e poi Thomas Müller. È il 91’. Colpo di testa. 2-2. Supplementari. Il Bayern ne segna altri due. È disfatta Juve.
RAMOS, LA TESTA CHE CAMBIA TUTTO
Lisbona, maggio 2014, finale tutta madrilena. L’Atlético accarezza il sogno con Godin. Ma al 93’, su corner, arriva Sergio Ramos. Testa. Gol. Supplementari. E poi valanga Real. È la Décima. Il Malaga è avanti 2-1 nell’aprile del 2013. Dortmund è a un passo dal crollo. Ma Marcus Reus al 91’ e Felipe Santana al 92’ ribaltano tutto. Il Westfalenstadion esplode. È semifinale per Klopp.
INIESTA, LA SCINTILLA DI ROMA
Chelsea-Barcellona, ritorno, maggio 2009. Essien segna. Il Barça non sfonda. Minuto 93: arriva Andrés Iniesta, destro perfetto sotto l’incrocio. Chelsea eliminato. Blaugrana in finale. Sarà festa a Roma. San Siro, Milan-Ajax, aprile 2003. È 2-2. Serve un gol. Ultimo pallone, Filippo Inzaghi scavalca il portiere, Jon Dahl Tomasson la tocca sulla linea. È semifinale. Poi sarà Inter, poi sarà Juve a Manchester.
FINALE APERTO, COME LA CHAMPIONS
In Champions League tutto può succedere, soprattutto quando il cronometro supera il 90′. Sono attimi eterni, istanti che sovvertono logiche, scrivono imprese, trasformano eroi ordinari in icone immortali. Francesco Acerbi, come Ramos, Rodrygo o Sergi Roberto, ha dimostrato che nel calcio europeo più prestigioso basta un pallone, un secondo, un guizzo per cambiare tutto. E finché c’è tempo da giocare, nessun sogno è davvero impossibile.