Dopo sette lunghissimi anni e tante delusioni, l’Amburgo conquista la promozione diretta in Bundesliga grazie al 6-1 sull’Ulm. Un ritorno storico per una delle squadre più gloriose del calcio tedesco, che aveva militato per 55 anni consecutivi in massima serie prima della retrocessione del 2018.
Il 6-1 rifilato all’Ulm è più di una goleada: è una liberazione. L’Hamburger Sport-Verein, o più semplicemente Amburgo, è aritmeticamente promosso in Bundesliga. I 59 punti in classifica, con un +4 sul terzo posto a una giornata dal termine, garantiscono alla squadra anseatica il ritorno tra le grandi del calcio tedesco.
Una risalita tanto attesa quanto sofferta, dopo anni di piazzamenti frustranti e promozioni sfiorate, culminata oggi in un’esplosione di gioia al Volksparkstadion. La città può finalmente tornare a respirare calcio d’élite, quello che per decenni ha abitato le sue tribune.
PROMOZIONE DIRETTA E CORSA PLAYOFF: LA SITUAZIONE
Amburgo: 59 punti (🎯 promozione diretta)
Colonia: 58 punti (a un passo dal ritorno)
Elversberg, Paderborn e Dusseldorf: si giocano il terzo posto valido per lo spareggio contro la terzultima della Bundesliga
Anche in massima serie la classifica si muove: Heidenheim, terzultimo a 29 punti, si giocherebbe oggi lo spareggio retrocessione. Retrocessione aritmetica invece per Kiel e Bochum.
UNA STORIA LEGGENDARIA, UN CLUB ICONICO
L’Hamburger Sport-Verein, conosciuto semplicemente come Amburgo, è molto più di un club: è un simbolo della tradizione calcistica tedesca. Fondato nel 1887, è uno dei club più antichi della Germania e vanta un passato prestigioso, fatto di trionfi nazionali, finali europee e leggende intramontabili.
Per 55 stagioni consecutive, dal 1963 al 2018, è stato l’unico club sempre presente in Bundesliga dalla sua fondazione. Il celebre “orologio dell’Amburgo”, installato al Volksparkstadion, scandiva orgogliosamente i giorni ininterrotti trascorsi nella massima serie, diventando un’icona visiva del club, spenta solo con la retrocessione del 2018.
Il palmarès dell’Amburgo è da grande del calcio europeo:
6 campionati tedeschi
3 Coppe di Germania
2 Coppe di Lega
1 Coppa dei Campioni (1983)
1 Coppa delle Coppe
2 Coppe Intertoto
Negli anni d’oro tra gli anni ’70 e ’80, il club fu protagonista in Germania e in Europa con una rosa che vantava campioni del calibro di Kevin Keegan (due volte Pallone d’Oro con la maglia dell’Amburgo), Felix Magath, Horst Hrubesch e Manfred Kaltz. Il trionfo del 1983 in Coppa dei Campioni, con il gol decisivo di Magath alla Juventus, rimane il punto più alto della sua gloriosa epopea.
Anche prima della nascita della Bundesliga, l’Amburgo aveva già collezionato successi nel campionato tedesco, a partire dagli anni ’20. Ha contribuito attivamente alla costruzione del calcio tedesco moderno, essendo uno dei membri fondatori della DFB (Deutscher Fußball-Bund) nel 1900.
Ha scritto pagine importanti anche con Uwe Seeler, vera leggenda del club e uno dei più forti centravanti tedeschi di tutti i tempi, rimasto fedele per tutta la carriera ai colori bianco-blu-neri.
Nonostante la recente discesa, il cuore dell’Amburgo non ha mai smesso di battere, e la sua tifoseria – fra le più calorose e numerose in Germania – ha continuato a riempire lo stadio anche in Zweite Bundesliga. Oggi, con il ritorno in Bundesliga, questa storia leggendaria può finalmente riprendere il suo corso naturale.
DALLE LACRIME AL RISCATTO: LA STRADA DEL RITORNO
Il cammino dell’Amburgo verso il ritorno in Bundesliga è stato tortuoso, doloroso e pieno di rimpianti. Retrocesso per la prima volta nel 2018, dopo 55 stagioni consecutive in massima serie, il club ha vissuto sei stagioni infernali in Zweite Bundesliga, tra sogni infranti, beffe all’ultima giornata e cocenti delusioni.
Nella stagione 2018-2019, la prima dopo la retrocessione, l’Amburgo parte bene, salendo in vetta alla classifica, ma crolla nel finale con otto partite consecutive senza vittorie e chiude al quarto posto, fuori dalla promozione diretta e senza playoff.
Una fotocopia dolorosa si ripete nelle annate successive: quarti posti anche nel 2019-2020 e 2020-2021, sempre a un passo dal traguardo.
Nel 2021-2022 sembrava finalmente la volta buona: terzo posto in campionato, playoff conquistati e vittoria per 1-0 all’andata contro l’Hertha Berlino, ma nel ritorno al Volksparkstadion arriva l’ennesima beffa con lo 0-2 che spegne il sogno.
Nel 2022-2023, un’altra pagina amara della storia recente: l’Amburgo vince l’ultima giornata contro il Sandhausen e pensa di essere promosso, ma l’Heidenheim rimonta da 2-1 a 2-3 al 99’ contro il Jahn Ratisbona. Un sorpasso all’ultima curva che relega ancora i biancoblu al terzo posto. Nei playoff, arriva la doppia sconfitta contro lo Stoccarda (3-0 e 1-3), l’ennesima frustrazione.
Nel 2023-2024, una nuova delusione: ancora quarti, per la quarta volta in sei anni, dietro a un sorprendente St. Pauli che per la prima volta chiude davanti in classifica ai rivali cittadini. Un’umiliazione in una città divisa da sempre dalla rivalità più intensa del calcio tedesco.
Ma proprio da quella stagione, nel 2024-2025, nasce la riscossa. L’Amburgo lotta punto su punto, cambia mentalità, ritrova continuità. E quando tutto sembrava perduto, arriva l’accelerazione decisiva: il 6-1 sull’Ulm vale la promozione matematica a una giornata dalla fine. È la fine del calvario, l’inizio di una nuova era.
Un traguardo raggiunto non solo con i piedi, ma anche con il cuore e la fede incrollabile di un popolo che non ha mai smesso di credere. Amburgo è tornata, e stavolta per restare.

UNA RINASCITA CHE PROFUMA DI ORGOGLIO
Il ritorno dell’Amburgo in Bundesliga non è soltanto una promozione: è il riscatto di un’identità collettiva, di una città intera che si è stretta attorno al proprio simbolo più autentico. È la vittoria della costanza, della passione incrollabile di una tifoseria che ha continuato a riempire il Volksparkstadion anche quando le luci della ribalta si erano spente.
Dopo sei stagioni fatte di cadute, lacrime e rimpianti, l’Amburgo si è rialzato più forte, più maturo, pronto a riconquistare il palcoscenico che gli appartiene. E lo fa con uno sguardo al futuro, ma senza dimenticare le proprie radici: quelle di una società che ha scritto la storia del calcio tedesco ed europeo, e che ora vuole tornare protagonista.
Con i suoi colori storici – bianco, nero e blu – e il cuore acceso di una città intera, l’Amburgo è pronto a riprendersi il suo posto nel calcio che conta. Perché certe maglie non si dimenticano. E certe storie, semplicemente, non finiscono mai: ricominciano.