Durante il live della reunion a Manchester, Liam omaggia Pep Guardiola scatenando la reazione dei tifosi. Noel interviene furioso e il palco si trasforma in un teatrino tra calcio e rock.
Una serata che doveva essere pura celebrazione del Britpop si è trasformata in un momento carico di tensione e polemica. A Manchester, città natale degli Oasis, il secondo concerto della reunion ha vissuto un passaggio decisamente… movimentato. Mentre la band stava per eseguire D’You Know What I Mean, Liam Gallagher ha colto l’occasione per lanciare una dedica sorprendente: “Voglio dedicare questo brano al miglior allenatore di tutti i tempi: il signor Pep Guardiola”.
Una frase che, in un’altra città, forse sarebbe stata accolta con un boato di approvazione. Ma non a Manchester, e non davanti a un pubblico misto, dove accanto ai tifosi del Manchester City c’erano anche sostenitori del Manchester United, acerrimi rivali. In pochi secondi, la platea si è spaccata: fischi, mormorii, proteste.
NOEL GALLAGHER INFURIATO: “MA A CHI C*** STATE FISCHIANDO?”
La tensione è esplosa del tutto quando Noel Gallagher, visibilmente infastidito, ha interrotto tutto prendendo il microfono: “Ma a chi c** state fischiando? A chi c**** state fischiando?**”, ha urlato davanti a oltre 70.000 spettatori attoniti. Un momento di gelo, seguito da un applauso nervoso, poi dalla ripresa della musica.
E come se non bastasse, una sagoma a grandezza naturale di Guardiola, con sciarpa del City e braccia alzate, è apparsa sul palco come colpo di scena finale. Una provocazione? Una dichiarazione d’amore? Difficile dirlo. Di certo, i fratelli Gallagher non hanno perso l’occasione di mischiare le carte tra musica e calcio, come da loro tradizione.
IL CALCIO NON ESCE MAI DAL PALCO DEGLI OASIS
Chi conosce Liam e Noel sa bene quanto siano legati al Manchester City. Da sempre, il club fa parte del loro immaginario, della loro narrazione musicale e personale. Ma stavolta, portare il tifo calcistico in un concerto tanto atteso ha creato spaccature anche tra i fan più accaniti.
Il gesto ha diviso anche i social: c’è chi ha esaltato l’originalità dell’omaggio, chi invece ha sottolineato che “la musica dovrebbe unire, non dividere”. Ma forse, proprio questa sfrontatezza da stadio, questa mescolanza irriverente tra cultura popolare e rock da pub, è parte dell’anima stessa degli Oasis.
QUANDO IL ROCK DIVENTA TIFO
Quello andato in scena a Manchester non è stato solo un concerto. È stato uno scontro tra identità, un esempio perfetto di come la musica possa farsi megafono di passioni più grandi, come il calcio. Guardiola, da tecnico iconico e vincente, è diventato simbolo di una città divisa, ma anche della modernità che i fratelli Gallagher vogliono abbracciare con questa reunion.
E forse, mentre Liam cantava “Don’t Look Back in Anger” più tardi nella serata, qualcuno tra i fischiatori avrà sorriso. Perché con gli Oasis, l’amore e il disaccordo camminano sempre insieme.
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