HISTORY SPORT

Allez les bleus: Francia ’98, la prima volta dei galletti

Il 12 luglio 1998 la Francia saliva sul trono mondiale per la prima volta nella sua storia di Stefano Ravaglia Il primo Mondiale a 32 squadre, il primo Mondiale della Giamaica e l’ultimo di Beppe Bergomi e Roberto Baggio. Francia ’98, aperto da Brasile-Scozia 2-1 il 10 giugno, è anche l’ultimo Mondiale del millennio. Dopo la mancata qualificazione di quattro anni prima negli Stati Uniti, con un clamoroso doppio ko contro Israele e Bulgaria al Parco dei Principi, quando mancava un solo punto per la qualificazione, assenza che faceva il paio con quella del 1990, la Francia di Aimé Jacquet si …

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Le otto meraviglie di Berlino: quando la Union travolse la Dynamo

Alla “casa dei guardiaboschi” è ancora affisso quel punteggio: 8-0. Nel 2005 la Union Berlino fece a fette gli odiati rivali della Dynamo. di Stefano Ravaglia L’elmetto giace là, fuori dall’An der Alten Foresterei, lo stadio, rimesso a nuovo, della Union Berlino. Che nello spareggio per salire in Bundesliga, relegando lo Stoccarda in seconda divisione, ha ottenuto i due pareggi necessari a coronare un sogno: la prima promozione in massima serie. Un 2019 d’oro per la squadra del quartiere Kopenick, e per i suoi tifosi, ciascuno di loro legato a quell’elmetto. È il simbolo di una costruzione e di un …

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Germania-Argentina 1990: non fu una notte magica

La più brutta finale della storia dei Mondiali va in scena l’8 luglio 1990 a Roma. di Stefano Ravaglia Gianni Brera non sapeva che quelli sarebbero stati i suoi ultimi Mondiali. Al termine del campionato del mondo del 1990, ospitato dall’italia, espresse tutto il suo malumore per una brutta finale: “Io non perdo finali del torneo dal lontano, ahimè, 1954: posso dire senza sentirmi né severo né tanto meno sadico di non avere mai assistito a uno strazio paragonabile a quello offerto da Germania-Argentina. I poveri e esasperati cuginetti del Rio del Plata erano stati malamente falcidiati dagli strani arbitri di …

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Walter Winterbottom, un professore in panchina

L’Inghilterra di inizio ‘900 esce dalla FIFA e si rifiuta di giocare i primi campionati del Mondo. Poi, nel 1947 va in panchina un professore di ginnastica: e gli inglesi si degnano di andare. di Stefano Ravaglia Avrebbero di che vantarsi della loro spettacolarità, gli inglesi. Quattro squadre finaliste nelle coppe europee, stadi lindi e moderni, rispetto delle regole e, nel caso non accada, certezza della pena. Molti giornalisti inglesi condannano un po’ questo vezzo d’oltremanica di rimirare la propria bellezza, seppur giustificata. E se guardiamo al periodo tra le due guerre, ne hanno ben donde. Cosa accadde? L’Inghilterra spaccona, …

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5 luglio ’82: Paolo Rossi-Brasile 3-2

L’Italia, dopo tre pareggi con Polonia, Perù e Camerun, si qualifica al girone di semifinale del Mondiale ’82. Davanti due colossi: Argentina e Brasile. Il 5 luglio contro i verdeoro si scatena Paolo Rossi. di Stefano Ravaglia Non sappiamo quanto sia stato lungo il travaglio della signora Cassano e della signora Gilardino. Di sicuro, il 5 luglio del 1982, mentre le donne davano alla luce due attaccanti del futuro, ce n’era uno del presente che a svariati chilometri di distanza, a Barcellona, metteva fine al travaglio della nazionale italiana al Mondiale spagnolo. “Questi undici artisti del calcio sono proprio invincibili?” …

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3 luglio 1994: quando Hagi fece piangere l’Argentina

Ottavi del Mondiale americano: senza Maradona, fermato dal doping, l’Argentina saluta anzitempo e un po’ a sorpresa contro una grande Romania guidata dal “fotbalist de rasa” di Stefano Ravaglia Oggi, suo figlio è in pratica un suo allievo. Il Viitorul Costanta l’ha fondato lui, Gheorghe Hagi, nel 2009 e nel 2017 ha vinto il primo titolo della sua giovanissima storia. Ora che ne è l’allenatore (e Popescu il presidentte), l’erede è un suo giocatore: Ianis, classe 1998, ha più o meno lo stesso dna del padre anche da calciatore. La qualità mostrata nell’ultimo europeo Under 21 soprattutto nel 4-2 all’Inghilterra …

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Un’estate di vent’anni fa: il vento dell’est soffia su Milano

Andriy Shevchenko è il primo rinforzo di punta del Milan campione d’Italia in carica. E’ il luglio del 1999. Inizia una storia destinata a divenire leggenda   di Stefano Ravaglia   Si narra che in uno dei suoi primi giorni a Milanello, concluso l’allenamento, si guardava intorno un po’ stranito. “Ma, quindi? Tutto qui? Abbiamo finito?”. Uno come lui, abituato ad allenarsi fino a vomitare nelle terrificanti sessioni del colonnello Lobanovski, aveva ancora molto da dare. Nel centro sportivo rossonero c’era arrivato per quarantuno miliardi, dalla Dinamo Kiev e anche grazie a una relazione del fido Balestra, osservatore e preparatore …

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30 giugno 2002: Ronaldo sul tetto del mondo

Con un taglio di capelli un po’ così, Ronaldo recita una delle ultime sinfonie da Fenomeno, trascinando il Brasile pentacampione Si può essere concordi con Federico Buffa quando dice, in una delle sue famose storie Mondiali, che il calcio tedesco sia iniziato una domenica di luglio del 1954 a Berna, quando i tedeschi vinsero, seppur tra i sospetti di doping, il primo Mondiale della loro storia, contro la ben più quotata Ungheria, e sia finito il 30 giugno 2002 al Nissan Stadium di Yokohama. Quel giorno, al termine di un torneo segnato dalle furiose polemiche arbitrali che riguardarono soprattutto l’Italia, …

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Il destino di San Siro: contraddizioni alla milanese

Nel giorno del trionfo di Milano, che prende insieme a Cortina, le Olimpiadi invernali del 2026, Milan e Inter danno un colpo di mannaia al fiore all’occhiello degli impianti milanesi   di Stefano Ravaglia   “Il nuovo campo del Milan, situato a San Siro presso l’ippodromo delle corse del trotto, è pressoché ultimato. Ieri, una delegazione di giornalisti in visita ufficiale ha potuto ammirare la grandiosità del nuovo stadio. Verrà inaugurato il 19 corrente in un torneo nel quale, oltre al Milan, parteciperanno ottime squadre italiane e un undici spagnolo”. E’ il settembre del 1926 e così il Corriere della …

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(Solo) In Italia qualcuno odia gli ultrà

C’era una volta un calcio fatto di sogni, speranze e ideali, un calcio pieno di passione. Poi però con il tempo le cose sono piano piano cambiate sempre di più, arrivando passo dopo passo a sostituire tali ideali con due soli pensieri ossessivi: denaro e sporchi accordi di convenienza. Da anni poi, c’è in atto una vera caccia alle streghe, che vede dal lato sbagliato della forca, i cosiddetti ultras, che si sono visti passo dopo passo, essere messi sempre più alle strette, come alcuni casi testimoniano. Le barriere e una mattanza Una delle più importanti -e vergognose- questioni che …

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