Lo scorso 11 luglio l’Italia si laureava campione d’Europa, al termine di un torneo disputato egregiamente, culmine di un percorso straordinario iniziato solo tre anni fa. Sì, perché l’Europeo sollevato sotto al cielo di Wembley è stato il coronamento di un lavoro eccezionale da parte di Roberto Mancini e di tutta Coverciano.
La nazionale ha vinto e convinto, creando un impianto di gioco solido e riconoscibile, e soprattutto moderno. Inoltre, questi anni sono serviti a molti giovani del nostro calcio per testarsi ad alti livelli e prendere confidenza con le normali pressioni che derivano dall’indossare la maglia azzurra. Eppure, da quell’11 luglio storico sembra passata una vita.
L’Italia di Roberto Mancini non è ancora qualificata al Mondiale del 2022 e anzi, dopo i sorteggi per i playoff la strada sembra essere tutt’altro che in discesa. Per la semifinale gli azzurri hanno pescato la Macedonia del Nord, che non dovrebbe rappresentare un ostacolo insormontabile. Ovviamente ci sarà da stare attenti e sottovalutare l’avversario potrebbe rivelarsi un errore fatale, ma l’Italia ha il dovere di superare i macedoni e approdare in finale. E qui iniziano i dolori.
Dall’altra parte del tabellone, infatti, a scontrarsi saranno Turchia e Portogallo. Per quanto riguarda la prima, la speranza di tutto il popolo italiano è che la nazionale possa ripetere l’eccellente prestazione offerta durante il girone dell’Europeo, che ha portato Mancini e i suoi a una netta vittoria per 3-0. Ancora una volta, comunque, bisognerebbe fare attenzione, perché la selezione allenata da Stefan Kuntz ha parecchie frecce al proprio arco. Alcune sono anche delle conoscenze note, come l’atalantino Merih Demiral, l’ex Roma Cengiz Ünder o l’interista Hakan Calhanoglu, ma è probabile che tutta Italia faccia il tifo proprio per i Turchi.

L’alternativa sarebbe infatti il Portogallo di Cristiano Ronaldo, che ha buttato via la qualificazione diretta a Qatar 2022 classificandosi dopo la Serbia. Insomma, non mancano le similitudini con quanto fatto dall’Italia, che arrivava alla partita casalinga contro l’Irlanda del Nord con i favori del pronostico e ha sprecato tutto proprio sul più bello.
Un’eventuale finale contro il Portogallo sarebbe quasi impossibile da pronosticare. In un certo senso, sarebbe un po’ come giocare alla roulette o ad altri dei giochi da casinò che si trovano in rete, dove l’esito di una giocata può dipendere da molteplici fattori. La differenza è che nel caso della Nazionale italiana la posta in palio è enorme, perché dopo il fallimento di tre anni fa contro la Svezia, una non partecipazione al Mondiale sarebbe un dolore troppo grande da sopportare.
Dunque, è più che legittimo chiedersi se il viaggio in Qatar degli azzurri sia concretamente a rischio. Ciononostante, il destino è ancora nelle nostre mani, ma per ottenere il risultato prefissato gli uomini di Mancini dovrebbero invertire la rotta rispetto a quanto visto nel girone di qualificazione.
Il peccato originale è, senza ombra di dubbio, il misero punto conquistato in Bulgaria. In quel momento, la Nazionale era in testa al girone al punteggio pieno e tutto lasciava presagire un cammino in ciabatte per gli azzurri, che forse hanno peccato proprio di superficialità. Poi, qualcosa è cambiato. Il pareggio ottenuto all’andata contro la Svizzera è stato senz’altro dovuto a una buona dose di sfortuna, con Sommer che ha messo in fila un miracolo dopo l’altro e Jorginho che ha tradito dal dischetto, ma l’Italia è sembrata tutt’altro che lucida.
Il ritorno con gli svizzeri non è stato da meno, con Mancini e co. che forse hanno cominciato a sentire un po’ troppa pressione. Da un lato, il ruolo di fresca vincitrice dell’Europeo ha fatto sentire i protagonisti obbligati a centrare la qualificazione, dall’altro il ricordo di quanto successo sotto la gestione Ventura non ha aiutato. Infine, il secondo rigore consecutivo fallito da Jorginho è stata la mazzata definitiva, e gli strascichi si sono sentiti anche nella partita di chiusura del girone.
Attribuire tutta la colpa al centrocampista del Chelsea sarebbe però ingiusto, e riduttivo. L’Italia degli ultimi mesi sembra aver perso la spensieratezza che l’ha contraddistinta fino agli Europei, l’entusiasmo di giocare e la felicità di stare insieme, in gruppo. Adesso la strada verso i Mondiali 2022 è in salita, ma se gli uomini di Mancini riusciranno a ricompattarsi il destino sarà ancora nelle loro mani.