Dopo il rifiuto di Claudio Ranieri, la panchina azzurra resta vacante. La FIGC prende tempo: Buffon spinge per Gattuso, ma attenzione alla pista Tedesco, più giovane e già rodato in campo internazionale.
Quattro giorni dopo l’addio ufficiale a Luciano Spalletti, l’Italia è ancora senza guida. Un vuoto che pesa, soprattutto considerando l’avvicinarsi delle prossime sfide della Nazionale e la necessità urgente di ricostruire un’identità forte. A complicare i piani è stato il “no” di Claudio Ranieri, designato come l’uomo della rinascita, che però ha declinato l’offerta lasciando la FIGC spiazzata.
Ora tutto è tornato in discussione. Il presidente Gabriele Gravina e il direttore sportivo Gianluigi Buffon stanno valutando con calma i profili più adatti a raccogliere l’eredità azzurra, consapevoli che la prossima scelta non può permettersi errori.
GATTUSO, L’UOMO DELLA RINASCITA?
Il nome più caldo è quello di Rino Gattuso, reduce dall’esperienza in Croazia con l’Hajduk Spalato. Amico fraterno di Buffon, il campione del mondo 2006 è considerato il candidato ideale per ricompattare uno spogliatoio smarrito e ridare alla maglia azzurra quel senso di appartenenza che è sembrato svanire negli ultimi anni.
Un incontro tra Buffon e Gattuso è già avvenuto, e nelle prossime ore potrebbe esserci il tanto atteso vertice con Gravina. Una scelta, quella di Gattuso, che avrebbe anche una valenza simbolica: ricominciare da chi ha scritto la storia con il cuore, con i muscoli, con l’anima. Ma, come insegna il caso Ranieri, fino alla firma tutto può succedere.
L’IDEA TEDESCO: GIOVANE, INTERNAZIONALE, AMBIZIOSO
Ma il piano B si chiama Domenico Tedesco. Più giovane di otto anni rispetto a Gattuso, ma con un curriculum internazionale che ha già raccolto esperienza in Germania, Russia e Belgio. È l’ultima suggestione nata in casa FIGC e prende corpo ora che le certezze sembrano vacillare.
Tedesco non è ancora stato contattato ufficialmente, ma Gravina e il suo entourage stanno riflettendo sulla possibilità di puntare su un tecnico moderno, abituato a gestire giovani talenti e contesti tattici evoluti. Un allenatore che parla più lingue — non solo in senso letterale — e che potrebbe rappresentare una svolta generazionale.
LA CARRIERA DI TEDESCO
Classe 1985, cresciuto nelle giovanili di Stoccarda e Hoffenheim, Tedesco si è fatto notare alla guida dello Schalke 04, portandolo al secondo posto in Bundesliga nel 2018. Dopo una parentesi allo Spartak Mosca, è tornato in Germania al Lipsia, con cui ha vinto una Coppa di Germania. Più recentemente ha guidato il Belgio, ma la sua avventura si è chiusa dopo Euro 2024.
Ora è libero e, anche se non è il nome più ovvio, è uno di quelli che piace per visione e pragmatismo. La sua candidatura divide, ma è seria.