Israele e Italia tornano a incrociarsi nelle qualificazioni mondiali: la storia dei precedenti parla chiaro, con gli Azzurri dominatori e una tradizione che alimenta fiducia per la corsa al 2026.
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Il bilancio tra Italia e Israele è nettamente a tinte azzurre: nei sette incroci ufficiali disputati fino a oggi, gli Azzurri non hanno mai perso. Sei vittorie e un pareggio rappresentano un bottino eloquente, che conferma il peso della tradizione. Israele, infatti, non è mai riuscito a vincere contro la nostra Nazionale, trovando come massimo risultato un pareggio a reti inviolate nel lontano 1970.
GLI ANNI DELLE QUALIFICAZIONI MONDIALI E DELLA NATIONS LEAGUE
Il primo faccia a faccia risale al 1961 a Tel Aviv, con un secco 4-2 a favore dell’Italia con doppietta di Mario Corso, Altafini e con un rigore di Lojacono. Al ritorno vinsero nuovamente gli Azzurri per 6-0 allo Stadio Comunale di Torino con poker di Omar Sivori. Le altre due reti vennero messe a segno da Angelillo e Corso. Da allora gli israeliani hanno sempre faticato a imporsi: memorabile il match del 2017, valido per le qualificazioni a Russia 2018, quando fu Ciro Immobile a firmare l’1-0 a Reggio Emilia. Proprio quel gol chiuse una striscia di due gare consecutive in cui Israele aveva provato a opporre resistenza, ma senza trovare la via del successo.
L’ultimo doppio confronto è recentissimo e riguarda la Nations League 2024. All’andata, sul neutro di Budapest, l’Italia si impose 2-1 grazie ai gol di Retegui e Raspadori. Al ritorno, a Udine, arrivò una vittoria ancora più netta: 4-1 con reti di Retegui, Di Lorenzo (doppietta) e Frattesi. Israele provò a riaprire il match con il gol di Abu Fani direttamente da calcio d’angolo, ma gli Azzurri dimostrarono la loro superiorità tecnica e mentale.
LE SFIDE IN CASA ITALIANA E IN TERRA ISRAELIANA
Curioso il dato delle gare disputate sul suolo italiano: Israele ha segnato solo un gol nelle tre trasferte in Italia, subendo due sconfitte e strappando soltanto un pareggio nel 1970. Dal 1961 a oggi, la Nazionale israeliana ha sempre faticato a reggere il confronto con l’Italia davanti al pubblico tricolore, confermando un tabù che dura da oltre sessant’anni.
Diverso lo scenario quando le gare si sono disputate in Israele. Nei tre precedenti ufficiali, gli Azzurri hanno sempre vinto, spesso con autorità. Nel 2016, a Haifa, l’Italia di Ventura iniziò il proprio cammino verso Russia 2018 con un convincente 3-1 firmato da Pellè, Candreva e Immobile. Anche in quell’occasione Israele provò a reagire, ma senza mai riuscire a ribaltare l’inerzia del match. Insomma, anche davanti al proprio pubblico la selezione israeliana non ha mai battuto la Nazionale italiana, rafforzando un trend che rende l’Italia storicamente superiore.
Guardando ai numeri, la tradizione è un alleato importante per gli uomini di Rino Gattuso. Affrontare Israele con la consapevolezza di non aver mai perso negli scontri diretti rappresenta un vantaggio psicologico non indifferente. Ma la storia, da sola, non basta: per centrare l’obiettivo Mondiale 2026, serviranno i gol e la concretezza che gli Azzurri hanno mostrato contro l’Estonia.
COSA SERVE ALL’ITALIA PER QUALIFICARSI
Il cammino verso i Mondiali 2026 resta in salita per l’Italia di Rino Gattuso. Con la Norvegia a punteggio pieno (12 punti in 4 gare, differenza reti +11) e Israele davanti di tre lunghezze ma con una partita in più, gli Azzurri non possono più permettersi passi falsi. Per centrare la qualificazione diretta servirà vincere tutte le cinque partite rimanenti, possibilmente con scarti larghi: la differenza reti, infatti, è il primo criterio in caso di arrivo a pari punti.
E qui pesa il distacco di sette gol dai norvegesi. Lo scontro diretto del 16 novembre a Roma contro la Norvegia sarà cruciale: un successo netto, magari con tre gol di scarto, potrebbe ribaltare la classifica e ridare fiato alle speranze di primo posto. In caso contrario, l’Italia dovrà blindare almeno la seconda posizione per garantirsi l’accesso ai playoff di marzo, un percorso tortuoso ma comunque vitale per non ripetere i fallimenti del 2018 e del 2022.
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