Gattuso nuovo Ct dell’Italia: sarà il 15° negli ultimi 50 anni

L’ex campione del mondo prende il posto di Spalletti: sarà presentato il 19 giugno. Gravina: “Gattuso è un simbolo del calcio italiano”. Una nuova era comincia tra storia e responsabilità.

Gennaro Gattuso è ufficialmente il nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana. Lo ha comunicato la FIGC con una nota in cui il presidente Gravina ha sottolineato:

“Gattuso è un simbolo del calcio italiano, l’azzurro per lui è una seconda pelle.”

La presentazione ufficiale è in programma giovedì 19 giugno alle ore 11 a Roma. Con l’annuncio di Gattuso, l’Italia tocca quota 23 commissari tecnici ufficiali nella sua storia moderna. Di questi, ben 15 si sono avvicendati negli ultimi 50 anni, a partire dalla fine dell’epoca delle commissioni tecniche.

Un numero che testimonia la continua instabilità del ruolo, riflesso anche dei risultati altalenanti ottenuti dalla Nazionale dopo l’ultimo Mondiale vinto nel 2006.

UNA PANCHINA DIFFICILE DA TENERE

Gattuso succede a Luciano Spalletti, esonerato dopo l’umiliante sconfitta contro la Norvegia per 0-3 nelle qualificazioni al Mondiale 2026. Prima di lui, altri tecnici illustri hanno provato a riportare l’Italia al vertice: da Roberto Mancini, campione d’Europa nel 2021, ad Antonio Conte, fino a Gian Piero Ventura, simbolo del flop del 2017. L’Italia manca un Mondiale da 11 anni e non gioca una gara a eliminazione diretta in Coppa del Mondo da 19: Berlino 2006.

La storia dei Ct azzurri è gloriosa, a partire da Vittorio Pozzo, unico nella storia a vincere due Mondiali consecutivi (1934 e 1938), fino a Enzo Bearzot e Lippi, gli altri tecnici capaci di portare il tricolore sul tetto del mondo. Ma c’è stata anche l’epoca delle commissioni tecniche (1910-1977), con figure miste di allenatori, arbitri, giornalisti e dirigenti. In totale, sono 28 le commissioni succedutesi fino al 1977.

Con Gattuso, il ciclo ricomincia — e come sempre, l’obiettivo è uno solo: tornare ai Mondiali.

MAESTRI ITALIANI: GLI UOMINI DEL BEL GIOCO SENZA GLORIA FINALE

Tra i selezionatori che hanno forgiato il calcio italiano senza però conquistare un trofeo con la Nazionale, spiccano figure dal peso specifico enorme. Fulvio Bernardini, mente raffinata e innovatore del gioco, contribuì a ricostruire l’Italia post-1974 e fu fondamentale nel lanciare quella generazione che Bearzot avrebbe portato al titolo mondiale otto anni dopo. Ferruccio Valcareggi, invece, è il Ct dell’Italia campione d’Europa nel 1968, ma anche di quella vicecampione del mondo in Messico nel 1970, famosa per il 4-3 alla Germania. Il suo nome è spesso legato alla discussa “staffetta” Mazzola-Rivera.

Edmondo Fabbri, a sua volta, costruì una Nazionale brillante negli anni ’60, ma fu travolto dalla clamorosa eliminazione ai Mondiali del 1966 contro la Corea del Nord. E poi, come dimenticare Helenio Herrera, l’unico straniero a sedersi sulla panchina azzurra, anche se solo per poche partite e in tandem con Valcareggi: fu un esperimento ambizioso, ma poco fortunato. Tecnici profondamente italiani, ma universali nel pensiero calcistico, che hanno contribuito a scrivere pagine importanti della nostra identità sportiva, anche senza l’applauso finale.

I GRANDI CT SENZA TITOLI: MAESTRI DI STILE E SFORTUNE MONDIALI

Accanto ai commissari tecnici entrati nella leggenda per i titoli conquistati, ci sono allenatori che pur senza vincere hanno lasciato un segno indelebile nella storia azzurra. Arrigo Sacchi sfiorò la Coppa del Mondo nel 1994 con un’Italia tatticamente rivoluzionaria, piegata solo ai rigori dal Brasile. Dino Zoff portò gli Azzurri in finale a Euro 2000, battuti dal golden goal della Francia. Antonio Conte impressionò a Euro 2016 con una squadra operaia e compatta, eliminata dalla Germania solo dagli 11 metri.

Azeglio Vicini, architetto delle “Notti Magiche”, sfiorò la finale del Mondiale 1990. Ma anche Giovanni Trapattoni, Cesare Maldini e Roberto Donadoni, pur senza raggiungere l’apice, rappresentano stagioni intense e cariche di aspettative, spesso naufragate tra episodi sfortunati, calci di rigore e polemiche. Storie di grandi Ct che non hanno alzato trofei, ma che hanno contribuito a costruire il mito azzurro.

UNA MISSIONE MONDIALE PER RINO

Reduce dall’esperienza all’Hajduk Spalato (contratto risolto il 5 giugno), Gattuso torna in pista da allenatore svincolato e motivato. Con lui, un possibile staff ricco di ex campioni: Bonucci, Barzagli, Zambrotta, Perrotta, con Prandelli nel ruolo di supervisore tecnico dei vivai.

Un progetto che mescola grinta, esperienza e identità. Ma che avrà bisogno di risultati rapidi per non diventare l’ennesimo Ct bruciato dalla pressione azzurra.

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