Il presidente della FIGC rompe il silenzio dopo lo 0-3 di Oslo e difende Spalletti: “Non accetto il modo in cui abbiamo perso. Luciano è un signore, ma serve una riflessione sul futuro della Nazionale”.
A due giorni dalla netta sconfitta per 3-0 contro la Norvegia, che ha messo subito in salita il cammino dell’Italia verso il Mondiale 2026, Gabriele Gravina è intervenuto pubblicamente al Festival della Serie A a Parma per chiarire la posizione della FIGC e del ct Luciano Spalletti.
“Dobbiamo andare al Mondiale. La Norvegia è più forte, si può anche perdere, ma non in quel modo: così non lo accetto”, ha dichiarato il presidente federale, visibilmente amareggiato ma deciso a non abbandonare la nave nel momento più critico.
SPALLETTI SOTTO PRESSIONE, MA GRAVINA LO DIFENDE: “È UN UOMO STRAORDINARIO”
Luciano Spalletti resta al centro del dibattito dopo il crollo di Oslo. Gravina però prende le sue difese con parole forti e sentite:
“Luciano è un’anima nobile, un signore che rappresenta il calcio come servizio all’Italia. Gli attacchi ricevuti sono immeritati. È molto ferito, ma sta indossando l’armatura per reagire”.
Il presidente non esclude alcuno scenario, neppure un cambio di guida tecnica, ma precisa:
“Stiamo parlando continuamente, valutiamo cosa è meglio per il rilancio. Non c’è un incontro fissato, ma un confronto aperto e costruttivo”.
“NON MOLLO”: GRAVINA RESTA AL SUO POSTO NONOSTANTE LE CRITICHE
Chi si aspettava un passo indietro da parte di Gravina resterà deluso. Il numero uno della FIGC ha ribadito la volontà di continuare nel proprio ruolo:
“Non vedo possibilità di mollare. Gli attacchi ricevuti sono strumentali. Ho avuto la fiducia della maggioranza dei delegati pochi mesi fa, ora serve compattezza”.
“IL CAMPIONATO CI HA CONSEGNATO RAGAZZI STANCHI”
Gravina ha poi sottolineato il problema fisico legato alla condizione degli Azzurri arrivati scarichi all’appuntamento con la Norvegia:
“Il ct ha potuto lavorare con i giocatori solo due o tre giorni prima del match. Non si può affrontare una corazzata come la Norvegia in queste condizioni. E se i ragazzi non hanno percepito l’importanza della partita, allora va fatta un’analisi più profonda”.
“LAMINE YAMAL DUE ANNI FA ERA UN GIOCATORE NORMALE”
Infine, una riflessione sul talento e sulla necessità di credere nei giovani italiani:
“Il talento c’è: penso a Inacio, Esposito. Ma servono fiducia e coraggio. Lamine Yamal due anni fa era un giocatore normale, poi qualcuno ha creduto in lui. Dobbiamo fare lo stesso”.