Luciano Spalletti
Luciano Spalletti (lanotiziasportiva.com)

Perché Spalletti è stato esonerato: dentro il caos della Nazionale italiana

Dalla disfatta contro la Norvegia all’esonero già annunciato prima di Italia-Moldavia, passando per i silenzi di Gravina e le scelte discutibili del ct: la settimana che ha scoperchiato tutti i problemi dell’Italia calcistica.

La settimana appena conclusa ha fotografato meglio di qualsiasi analisi lo stato di confusione che regna attorno alla Nazionale italiana. In pochi giorni: una sconfitta storica e pesante per 3-0 contro la Norvegia, una vittoria incolore contro la Moldavia e, in mezzo, l’annuncio dell’esonero di Luciano Spalletti direttamente in conferenza stampa, nonostante Gabriele Gravina, poche ore prima, avesse dichiarato pubblicamente di non aver preso ancora alcuna decisione.

SPALLETTI ESONERATO IN DIRETTA: UNA SITUAZIONE MAI VISTA

Il ct azzurro ha guidato l’Italia nella partita contro la Moldavia pur sapendo già di essere stato sollevato dall’incarico. Un fatto rarissimo nel calcio professionistico. In conferenza stampa Spalletti ha dichiarato:

“Non volevo mollare, ma Gravina mi ha comunicato la sua decisione. Avrei preferito restare, ma aiuterò chi verrà dopo”.

LE TANTE CONTRADDIZIONI DEL CT

Nei suoi quasi due anni da commissario tecnico, Spalletti non è mai riuscito ad adattarsi alle logiche del calcio per nazionali. Ha cambiato spesso modulo (dal 4-2-3-1 al 3-5-2 fino al 4-3-3), senza mai dare un’identità chiara all’Italia, e ha preso decisioni tecniche spesso giudicate incomprensibili.

Ha lasciato fuori giocatori esperti come Gianluca Mancini e Romagnoli, ha insistito su giovani promettenti ma inesperti come Coppola in partite decisive, e ha mantenuto un atteggiamento comunicativo spesso confusionario, come dimostrano i casi Acerbi e Orsolini.

UNA FEDERAZIONE IN SILENZIO, UN FUTURO DA RICOSTRUIRE

Nel momento più delicato, Gabriele Gravina ha scelto di non esporsi, lasciando il ct solo a gestire polemiche e fallimenti. È lo stesso presidente già criticato per la mancata qualificazione ai Mondiali del 2022, per gli Europei del 2024 disastrosi e per una gestione federale che non ha prodotto riforme né visione a lungo termine.

L’ITALIA NON È PIÙ L’ITALIA?

Sono passati 11 anni dall’ultima partecipazione dell’Italia a un Mondiale e 19 da una partita a eliminazione diretta (la finale di Berlino 2006). La crisi è strutturale, e non basta più evocare la storia e i successi del passato per coprire la mediocrità presente.

Eppure, solo quattro anni fa, con Mancini, l’Italia vinceva gli Europei giocando un calcio spettacolare. Oggi sembra un’eco lontana. Forse ci sopravvalutiamo. O forse è davvero arrivato il momento di cambiare tutto, partendo dall’alto.

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