Dopo due sole stagioni in cadetteria, la Cremonese torna in Serie A. Una promozione meritata, conquistata con cuore e identità. Dai gol di De Luca al carisma di Vazquez, passando per Stroppa, Simoni e le leggende: ecco perché il ritorno dei grigiorossi emoziona un’intera città.
Cremonese di nuovo in Serie A! Dopo appena due stagioni di purgatorio in Serie B, i grigiorossi festeggiano la promozione vincendo la finale playoff contro lo Spezia: decisivo il 3-2 in trasferta al Picco, con doppietta di Manuel De Luca e sigillo di Franco Vazquez, dopo lo 0-0 dell’andata.
Una vittoria che vale tantissimo: il ritorno nella massima categoria, dove la Cremo mancava dal 2023, quando retrocesse dopo un solo anno in A. Prima ancora, l’ultima apparizione risaliva addirittura al 1995-96, quando in panchina sedeva il mitico Gigi Simoni.
LA RINASCITA: STROPPA, ESONERO, RITORNO E TRIONFO
Il tecnico della promozione è Giovanni Stroppa, che ha vissuto una stagione dalle mille vite: partito in panchina, viene esonerato in autunno dopo 8 giornate e 11 punti conquistati. Al suo posto Eugenio Corini, ma l’esperimento dura solo 5 giornate. La società richiama Stroppa e da lì riparte l’ascesa.
Con esperienza e leadership, Stroppa rimette in carreggiata il gruppo e lo guida fino al quarto posto in classifica, poi i successi su Juve Stabia in semifinale e infine lo Spezia, battuto nella gara decisiva.
LA PRIMA MAGLIA? BIANCO-LILLA. UNA STORIA LUNGA 121 ANNI
Fondata nel 1903 alla trattoria “La Varesina”, la Cremonese inizia il suo cammino nel calcio con i colori bianco-lilla. Solo nel 1914 arrivano il grigio e il rosso, diventati poi iconici. Nel 1929/30 partecipa al primo storico campionato di Serie A.
Il miglior piazzamento di sempre resta il secondo posto nel girone B di Lega Nord nel 1926-27, dietro alla Juventus.
SIMONI, VIALLI, RAMPULLA… E PRIMA ANCORA MONDONICO: QUELLA CREMONESE CHE INCANTAVA
La massima espressione della Cremonese in Serie A arriva negli anni ’80 e ’90, con due cicli indimenticabili.
Il primo, quello di Emiliano Mondonico, conduce la squadra alla storica promozione del 1984, la prima in assoluto nell’era moderna del campionato. Il tecnico lombardo, simbolo di passione e appartenenza, resta alla guida fino al 1986, ponendo le basi per un’identità tattica e caratteriale che segnerà gli anni a venire.
Il secondo ciclo, quello di Gigi Simoni, culmina con tre stagioni consecutive in Serie A dal 1993 al 1996. La squadra gioca bene, diverte e addirittura vince la Coppa Anglo-Italiana a Wembley battendo il Derby County.
Una Cremonese che non solo partecipa, ma lascia il segno. E che oggi, nel 2025, si riprende il palcoscenico che merita.
LA STORIA RECENTE: DALLA RETROCESSIONE ALLA RIVINCITA
Dopo l’ultima retrocessione dalla Serie A nel 1996, per la Cremonese si apre un lungo e tormentato periodo tra Serie B, Serie C1 e persino Serie C2. Anni durissimi per la tifoseria grigiorossa, che ha vissuto una vera e propria odissea tra fallimenti sportivi, retrocessioni clamorose, spareggi contro il Pizzighettone e anche il fango delle partite combinate, che nel 2011 portarono la giustizia sportiva ad aprire un’inchiesta sulle combine in Serie B e Lega Pro, coinvolgendo anche giocatori transitati da Cremona.
Dopo la fine dell’era Domenico Luzzara, uno dei punti più bassi arriva nel 2005-2006 con la retrocessione in Serie C1 e, poco dopo, il rischio concreto di sprofondare ancora. Ma proprio nel momento più buio, arriva la luce: Giovanni Arvedi, imprenditore e Cavaliere del Lavoro, diventa proprietario della Cremonese nel 2007, salvando il club dal baratro e rilanciandolo con un progetto serio e radicato sul territorio.
“Non potevo lasciare morire la squadra della mia città”, dichiarò all’epoca Arvedi, oggi presidente onorario, figura amata e rispettata dalla tifoseria.
Da quel momento, la Cremo riparte con pazienza, risale la china e punta nuovamente in alto, fino a centrare la promozione in Serie B nel 2017 e, cinque anni più tardi, il grande ritorno in Serie A nel 2022. Dopo la parentesi amara della retrocessione immediata, ora nel 2025 è di nuovo tempo di sogni: la Cremonese è tornata e questa volta vuole restarci.
I NOMI CHE HANNO FATTO LA STORIA
Non è solo una squadra: la Cremonese è anche una storia di uomini, di campioni e bandiere che hanno lasciato un segno indelebile sul prato dello Zini e nel cuore dei suoi tifosi. Alcuni di loro sono diventati leggende del calcio italiano, altri sono rimasti nel mito della città.
Emiliano Mondonico, il cuore grigiorosso
Attaccante prolifico prima (201 presenze e 88 gol tra il 1972 e il 1979), allenatore amatissimo poi. Uomo simbolo della Cremonese, ha firmato la prima storica promozione in A del 1984, aprendo un ciclo virtuoso che ha dato un’identità forte al club. Mondonico è e resterà sempre il “mister del popolo”.
Antonio Cabrini, un campione… di passaggio
Prima di diventare campione del mondo nel 1982 con l’Italia, Cabrini ha mosso i primi passi tra i professionisti proprio con la maglia della Cremonese (1973-75). Solo 29 presenze, ma decisive per spiccare il volo verso la Juventus e la Nazionale.
Cesare Prandelli, l’uomo d’equilibrio
Tra il 1974 e il 1978 ha indossato la maglia grigiorossa con intelligenza e costanza (89 presenze). Diventerà poi uno degli allenatori più stimati in Italia, CT azzurro e finalista europeo nel 2012.
Gianluca Vialli, la stella che brillò per prima
Arrivato giovanissimo, tra il 1980 e il 1984 mise a segno 25 gol in 113 presenze. Dalla Cremonese prese il volo verso Sampdoria, Juventus e infine la gloria europea. Vialli è il figlio illustre che Cremona non ha mai smesso di amare.
Michelangelo Rampulla, il portiere-goleador
Tra il 1985 e il 1992 difese la porta grigiorossa in 247 partite, entrando nella storia per aver segnato il primo gol su azione di un portiere in Serie A (Bergamo, 1992 contro l’Atalanta). Icona assoluta tra i pali.
Attilio Lombardo, la freccia della fascia
Dal 1985 al 1989 regalò accelerazioni e gol (22 in 168 presenze). Diventato poi simbolo della Sampdoria e della Nazionale, Lombardo resta un emblema del talento made in Cremonese.
Gustavo Dezotti, il finalista mondiale
Attaccante argentino tecnico e letale: 55 gol in 164 partite tra il 1989 e il 1994. Disputò la finale del Mondiale 1990 contro la Germania… da giocatore della Cremonese! Un unicum nella storia del club.
Riccardo Maspero, il genio
Fantasia pura al servizio dei grigiorossi in due epoche (1988-94 e 1995-97). Con 249 presenze e 35 reti è tra i più amati. Chi lo ha visto giocare non lo ha mai dimenticato.
Giuseppe Favalli, il predestinato
Terzino sinistro d’eleganza e affidabilità, esordì in prima squadra nel 1987 e in cinque anni totalizzò 102 presenze. Poi una carriera stellare tra Lazio, Inter e Nazionale.
Enrico Chiesa, un anno da bomber
Stagione 1994-95: 14 gol in 38 presenze e una qualità devastante. Fu l’anno della consacrazione, quello che lo portò al Parma e nel giro della Nazionale. La Cremo fu il suo trampolino.
Il genio di Chiorri
Tra i più amati di sempre c’è anche Alviero Chiorri, genio mancino e simbolo romantico del calcio a Cremona negli anni ’80. Classe, visione e fantasia lo resero un idolo indiscusso della tifoseria: per molti, il più amato di tutti i tempi. Il suo legame con la maglia grigiorossa è rimasto intatto anche dopo il ritiro, come quello di chi ha dato più del semplice talento.
Tanti altri, un solo cuore grigiorosso
E come dimenticare:
Luigi Gualco, autentica bandiera con 404 presenze
Dario Marcolin, Anders Limpar, Matiaz Florijancic e Francesco Colonnese
Gli anni più recenti con Gianluca Scamacca, Gaetano Castrovilli, Marco Carnesecchi, Massimo Coda e persino Salvatore Sirigu
Tanti volti, tante storie, un solo filo conduttore: l’orgoglio di aver indossato il grigiorosso. La maglia della Cremonese non si dimentica, perché non è solo un club. È identità, è storia, è passione.
RICOMINCIARE DALLA SERIE A CON NUOVE AMBIZIONI
Il ritorno in Serie A è stato celebrato come un’impresa, ma alla Cremonese sanno bene che il difficile viene adesso. Dopo le delusioni del passato – l’ultima retrocessione nel 2023 brucia ancora – il primo obiettivo della società grigiorossa sarà conquistare la salvezza e restare stabilmente nel massimo campionato.
Non basta più “tornare”: ora si vuole restare, crescere passo dopo passo e costruire un progetto tecnico solido, capace di reggere l’urto con i grandi club italiani e di garantire continuità alla categoria.
Il presidente onorario Giovanni Arvedi e il management lo sanno bene: serve una rosa competitiva, investimenti intelligenti e una guida tecnica capace di adattarsi. Stroppa, con le sue tre promozioni in carriera, ha dimostrato di saper gestire momenti chiave, ma la Serie A sarà una sfida nuova anche per lui. E se dal mercato arriveranno rinforzi mirati, la Cremonese potrà davvero ambire a più di una semplice salvezza.
La Serie A 2025/2026 rappresenta una nuova pagina da scrivere, ma con la consapevolezza di una storia solida alle spalle e una città che non vede l’ora di riabbracciare il grande calcio ogni weekend allo Zini. Perché dopo tanti saliscendi, il vero traguardo è rimanere.