Dopo il 2-0 alla Corea la selezione palestinese è pronta a sorprendere l’Asia. Deve solo sovvertire un altro pronostico.
Non era preventivato, nemmeno tra le quote alte ma che potevano avere un senso. E in effetti è qualcosa che viene da chiudersi subito, guardando il tabellone: che ci fa la Giordania in finale di Coppa D’Asia?
Una selezione per cui già la semifinale rappresentava qualcosa di storico, dopo due quarti raggiunti nelle cinque partecipazioni alla competizione. Cono un solo giocatore militante in Europa, Al Tamari (Montpellier) e senza il suo giocatore più rappresentativo, Al Dardour, rimandato a casa dopo una lite con l’allenatore al termine della gara con l’Iraq.
Ma che è andata in crescendo.
Terzo posto nel Gruppo E (la migliore terza), con pass strappato già alla seconda giornata dopo il 4-0 alla Malesia e un sorprendente 2-2 con la Corea, subito tra l’altro nel recupero, prima di perdere 1-0 contro il Bahrain.
L’avventura che sembrava terminata già agli ottavi.. dopotutto ad inizio recupero l’Iraq pur con l’uomo in meno stava vincendo 2-1. Beh, ovviamente non è finita così, e la selezione di Hussein Ammouta la ribalta nel recupero con Al Arab (95′) e Al Rashdan (97′) con una pennellata da fuori area.
In confronto il quarto di finale è stato più abbordabile, con il Tagikistan che da debuttante si è spinto fino ai quarti, per poi culminare con l’apoteosi del successo contro la Corea, che nell’arco di 90′ e più non ha nemmeno centrato lo specchio della porta (con buona pace del nostro pronostico, che è stato esattamente lo specchio di quanto avvenuto).
In attesa di capire chi tra Iran e Qatar, campione in carica e nazione ospitante, si frapporrà nella strada per la gloria, la nazionale #87 del Ranking si gode il suo traguardo storico.