HISTORY SPORT

25 settembre ’96: nel freddo norvegese, Weah e Simone scaldano il Milan

Nel girone di Champions League i rossoneri si divertono contro il Rosenborg. Ma sarà una stagione amara   di Stefano Ravaglia   Sarebbe stata un’annata disastrosa, ma in molti ancora non lo sapevano. Il Milan aveva iniziato la stagione 1996-97 con lo scudetto sul petto, sicuro di un’altra annata ai vertici. Dopo la vittoria contro il Verona, era arrivato il capitombolo con la Sampdoria, e in Champions League il Porto di Jardel, futura conoscenza anche dell’Ancona, era passato a San Siro 3-2. La seconda giornata del torneo europeo, che ritrovava i rossoneri protagonisti dopo un anno di pausa, prevedeva una …

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Bologna-Anderlecht ’64: l’eliminazione costa cinque pesetas

Il cammino in Coppa dei Campioni dei rossoblu dopo lo scudetto, finisce subito. Per colpa di una monetina   di Stefano Ravaglia   Sì, sono ripartite le Coppe europee. Max Pezzali le cantava pure (“le Coppe in tele il mercoledì”), ma quanto sembrano lontani i tempi in cui giocare fuori dai confini nazionali era speciale, se non proprio un’avventura. E vecchia di almeno un ventennio è la Coppa dei Campioni riservata solo alle squadre campioni nazionali, prima che business e modernità inghiottissero tutto. Bello il Real delle cinque Coppe consecutive, bella la Grande Inter o il Benfica di Eusebio, il …

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“Fatal Verona”? Non sempre: le tre vittorie decisive dei rossoneri

Virdis, Pirlo e Pato: con queste firme il Milan ha sovvertito la maledizione del “Bentegodi”   di Stefano Ravaglia   Maggio 1973: il Milan di Rocco ha appena vinto la Coppa delle Coppe in Grecia, contro il Leeds di Don Revie. Deve giocare un importante finale di campionato, quattro giorni dopo, a Verona, contro i gialloblu. Milan, Juventus e Lazio si giocano il tricolore e sono divisi in classifica da una manciata di punti. Con la stella già cucita sulle bandiere rossonere, per il Milan pare una formalità la trasferta scaligera, ma Zigoni e i suoi la pensano diversamente: 5-3 …

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Roma-Real Madrid 2001: il ritorno in Europa nel giorno più brutto

L’11 settembre 2001 non si doveva giocare. E invece si gioca. La Roma perde in casa contro i futuri campioni d’Europa, ma in fondo non contava proprio nulla. di Stefano Ravaglia I rigori di Conti e Graziani erano ancora impressi nella testa di tutti i romanisti. Quelle maglie rosse che balzellano sul prato dell’Olimpico coccolandosi la Coppa dei Campioni, quarta della storia del Liverpool, sono restate indigeste per diciassette anni. Poi, un giorno caldissimo di giugno del 2001, Fabio Capello riuscì dove nessuno riusciva dal 1983. Quella volta fu Liedholm, placido Barone che preferiva il bastone alla carota. Serafico e …

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Bicchieri, taccuini, pallone e giornalismo: l’accademia di Brera

Il popolare giornalista e scrittore lombardo avrebbe compiuto 100 anni l’8 settembre. Se n’è andato nel dicembre del 1992.   di Stefano Ravaglia   “Sono padano di riva e di golena, di boschi e sabbioni. E mi sono scoperto figlio legittimo del Po”. L’8 settembre, insieme ad Ariosto e all’armistizio, come scrisse lui, venne al mondo anche Gianni Brera, probabilmente il più grande giornalista sportivo italiano. Il che non rende giustizia a un personaggio controverso, carismatico e dirompente, dal linguaggio forbito e dal bicchiere facile. Era il 1919 e a San Zenone, terra di contadini, e cento anni dopo si …

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Chiedi chi era Gaetano: trent’anni senza Scirea

Il 3 settembre 1989 moriva in un incidente d’auto in Polonia uno dei simboli della Juventus e della nazionale italiana. di Stefano Ravaglia Dopo l’ennesimo scudetto, era ora di far festa. Tutti in discoteca a ballare e divertirsi. Ma lui non è che fosse proprio tipo da discoteca, né un festaiolo in generale. Si lascia trascinare, una foto lo ritrae divertito e sorridente, in camicia, mentre si abbandona al ballo. Poi esce, proprio mentre, alle 6 del mattino, gli operai della Fiat vanno al lavoro. Rivede suo padre, operaio alla Pirelli, rivede lui stesso. Ma posso io darmi alle danze, …

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Nelson Dida, poche parole e molte parate

Dal Corinthians al Milan, e ora in Egitto a preparare i portieri di oggi. Un felino che per almeno tre anni è stato alla pari di Buffon di Stefano Ravaglia Oggi fa l’allenatore dei portieri di una squadra egiziana, che non poteva che chiamarsi Pyramids FC. Ne ha di insegnare di cose, Nelson de Jesus Silva, e se diciamo Dida tutti capiscono di chi stiamo parlando. Moacir Barbosa, l’ormai leggendario portiere del “Maracanazo” del 1950, si portò la croce addosso di quella sconfitta per il resto dei suoi giorni. Dida invece, in verdeoro, ha fatto quasi il pieno. Quasi, perché …

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All’ultimo respiro: i finali di campionato più incredibili

C’era sempre qualcuno che aveva le tue stesse chances. Quattro campionati, quattro storie di finali al fotofinish. di Stefano Ravaglia L’ultra spezzatino televisivo, iniziato timidamente più di vent’anni fa con Tele+ e una partita messa alla domenica sera alle 20.30, che già sembrava una rivoluzione, ci ha tolto qualcosa e forse anche di più. Un tempo, tutte le partite alla stessa ora, poi le ultime quattro giornate, ora invece è tutto alla mercé delle televisioni anche sino all’ultimo turno. La comprovata non competitività del campionato ha permesso inoltre di vincere gli scudetti in albergo, come spesso è capitato alla Juventus …

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Matthew Le Tissier: oh my God!

La storia dell’uomo dai piedi fatati che rifiutò i grandi club per restare nella sua amata Southampton. di Stefano Ravaglia Il 4 novembre 1986 cambiarono parecchi destini, nel replay del terzo turno di Coppa di Lega, ribattezzata Littelwoods Cup per ragioni di sponsorizzazione. Dopo lo 0-0 di Old Trafford, il Southampton ospita sul proprio campo il Manchester United di Ron Atkinson. L’allenatore, curiosamente nato a Liverpool, aveva portato in cinque anni il Manchester a vincere due FA Cup e una Charity Shield, ma aveva tirato alle ortiche un campionato la stagione precedente. E anche il successivo non era iniziato bene: …

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Wimbledon story: i tre giorni più lunghi di Isner e Mahut

La più lunga partita della storia del tennis è durata tre giorni: nel 2010 viene fissato un record praticamente imbattibile Ci cascano tutti: Wimbledon Park. Ma non è quella la fermata corretta della “tube” per arrivare nel tempio del tennis londinese. Bisogna scendere prima, a Southfields, e fare qualche metro a piedi. Qualche anno fa, eseguii: tra una pioggia fitta e folate di vento che rendevano il mio ombrello ingovernabile, giunsi in loco. Arrivai in anticipo, il Lawn England Tennis apriva alle 10: in un clima non proprio estivo, come quello in cui si svolgono i “Championships”, mi apprestavo a …

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