Avellino, gennaio caldo: dal giallo-Alfageme al sogno-Palladino

Tra le nobili decadute del calcio italiano, fallite la scorsa estate e costrette a ripartire dai dilettanti, vi è l’Avellino.
Inserito nel Girone G di Serie D, il club irpino deve sfruttare ciò che rimane di questa finestra di trattative per mettere a segno un colpo decisivo. Attualmente, infatti, la classifica dice 4° posto, a 7 punti dalla sorprendente capolista Lanusei. La corsa alla Serie C è impervia.

Il mese di dicembre aveva già portato nuova linfa al campionato avellinese, con l’esonero di Archimede Graziani e il gradito ritorno in panchina di Giovanni Bucaro, colui che condusse i Lupi alla promozione da Lega Pro a Serie B nel 2011-2012.
Contestuale al cambio di allenatore, l’acquisto dal Campobasso del 31enne Franco Da Dalt: esterno offensivo argentino, in grado di giocare in entrambe le fasce, con una prima parte di carriera tra Serie B e C prima di affermarsi e consacrarsi in Serie D, soprattutto alla Vibonese. Un elemento ideale per il 4-3-3 proposto dal nuovo tecnico.
Oltre a Da Dalt, prima di Natale erano arrivati due rinforzi per il pacchetto arretrato: l’esperto e duttile difensore Matteo Dionisi, per far coppia là dietro col capitano Santiago Morero; e il giovanissimo terzino destro nigeriano Eddy Omohonria, cresciuto nel vivaio del Perugia.

Su questa falsariga, gennaio doveva portare in dote ulteriori novità per corroborare la rosa.
Innanzitutto, sono stati presi tre giovani: il portiere Aniello Viscovo, proveniente dal Crotone; la mezzala Alessio Rizzo, dal Catania; e il terzino “millennial” Lorenzo Betti, in prestito dal Foggia.
Innesti di prospettiva, certo. Ma non sufficienti ad oggi per imprimere il salto di qualità.

Parallelamente a queste operazioni, il DS Carlo Musa ha lavorato su un profilo di spessore ed esperienza superiori. Il tassello mancante dell’organico.

L’uomo in questione risponde al nome di Luis Maria Alfageme. Ala destra dall’ampia falcata, adattabile a falso nueve dall’alto del suo metro e novanta, 34 anni, professionista da sempre: 6 annate in B (i picchi con Grosseto e Ternana) e 8 in C, con un totale di 373 presenze e 64 gol in tutte le competizioni.

Su di lui la società irpina aveva messo gli occhi già da mesi. Appena è scoccato il 2019 Musa si è messo in azione per strapparlo alla Casertana, dove milita da due stagioni. Un giocatore del genere impreziosirebbe non poco l’attacco biancoverde: impennerebbe il peso offensivo e offrirebbe a mister Bucaro un ampissimo ventaglio di scelte là davanti. Dulcis in fundo, ritroverebbe due amici come i centravanti Nando Sforzini e Alessandro De Vena, suoi ex compagni rispettivamente a Grosseto e a Caserta.

L’affare si è concluso in fretta: la Casertana ha accettato di liberare Alfageme; lui ha accettato di diventare per la prima volta un dilettante, attratto dal blasone dell’Avellino, motivato dalle garanzie tecniche e umane che vi ha riscontrato, e “tranquillizzato” dal gemellaggio tra le tifoserie casertana e avellinese.

Presentazione alla stampa martedì 15. Primo allenamento giovedì 17.
Dichiarazioni entusiastiche del giocatore riguardo alla caratura del club e alle sue strutture (decisamente di altro livello rispetto al campionato che sta disputando adesso) e alla voglia di riportare in alto i Lupi. Il tutto confermato dal procuratore Andrea Pasini: il suo assistito aveva altre offerte dalla Serie C, ma davanti a certe piazze non si guarda alla categoria.

Tutto pronto per un fruttuoso sodalizio, dunque. E tutto pronto per il debutto ufficiale: domenica 20 in trasferta contro l’Anagni.

Ma qui qualcosa va storto. Arriva il veto della Lega Nazionale Dilettanti: Alfageme non può essere tesserato! Il suo problema? La nazionalità.

Lui infatti è argentino. Secondo i regolamenti relativi alla sessione invernale, dalla Serie D in giù gli extracomunitari possono essere tesserati entro e non oltre il 31 dicembre. Questo matrimonio quindi non s’ha da fare. O meglio, ormai s’è fatto, tra contratto firmato, presentazione e allenamenti. Ma va annullato.

Com’è possibile che le parti in causa abbiano portato a termine l’accordo senza porre alcuna attenzione alle norme?
Il nodo cruciale è la doppia cittadinanza. L’attaccante argentino è in possesso di doppio passaporto: oltre a quello del suo Paese, ha anche quello italiano. Ecco probabilmente spiegato perché nessuno si sia posto il problema.
Tuttavia, un dubbio e scrupolo in più non sarebbero guastati. All’Ufficio Tesseramenti della LND, infatti, risulta che Alfageme sia cittadino argentino. Ergo, extracomunitario.

La dirigenza irpina sta cercando di far valere il passaporto italiano del suo nuovo acquisto, per poterlo considerare nostro concittadino e quindi tesserarlo. Il responso arriverà domani.

Nell’attesa, il giocatore continua ad allenarsi agli ordini di Bucaro. Se però dovesse arrivare il definitivo No, dovrà trovarsi una nuova squadra – ovviamente professionistica, visto il regolamento LND – entro il 31 gennaio. Altrimenti rimarrà svincolato fino a giugno.

Nel frattempo Musa sta andando a caccia di un’alternativa, dalle caratteristiche simili e possibilmente con lo stesso pedigree.

La più realizzabile è Vincenzo Pepe, 32 anni ad aprile, una vita da professionista, prevalentemente nella ex Lega Pro: dal 2016 gioca nel Potenza, e pare che stia negoziando la rescissione. Sarebbe il ritorno di un ex: Pepe è già stato all’Avellino, esattamente un decennio fa, in una fallimentare stagione in Serie B.

Si parla con insistenza anche di Gianni Fabiano, coetaneo di Alfageme. Esploso in C/2 con varie maglie, ha raggiunto la Serie B con la Pro Vercelli; è sceso poi in Serie D col Venezia ed è stato uno degli artefici della risalita in “cadetteria”. Lì però non fa più parte del progetto: non scende in campo da giugno 2018 (semifinale playoff persa col Palermo). Ecco allora l’idea avellinese di ingaggiarlo.

C’è infine un’ipotesi suggestiva: Raffaele Palladino, 35 anni ad aprile, con una storia calcistica ben più altisonante rispetto ai suoi colleghi nominati finora; una storia passata da alcune tra le realtà più importanti della Serie A come Juventus, Genoa e Parma. Ora come ora è svincolato, ma come prevedibile ha in ballo diverse offerte da Serie B e C e fatica ad accettare una discesa in D. Per lui Avellino sarebbe l’ultima spiaggia, a meno che non sia proprio l’unica a garantirgli di essere titolare.

Staremo a vedere quale sarà la soluzione dell’affaire-Alfageme e quali saranno gli eventuali sviluppi di mercato ad esso legato.
Di sicuro, la compagine societaria che ha rilevato l’Avellino ad agosto in seguito al fallimento non si aspettava di dover fronteggiare una tale situazione kafkiana. Il presidente Claudio Mauriello e il suo vice Gianandrea De Cesare, amministratore delegato anche della Sidigas (Società Irpina Distribuzione Gas – main sponsor della squadra) e della Scandone Basket (Serie A1 di pallacanestro), rischiano di essere chiamati a rispondere di una figura ben poco lusinghiera.
La miglior risposta da parte loro potranno essere i risultati sportivi.

A proposito di Nicolò Vallone

Nato 26 anni fa in Florida, ma italianissimo: una prima infanzia a Palermo, una vita a Milano, una passione per il racconto sportivo scoccata alle Scuole Medie, un 'pezzo di carta' in Lettere e uno in Comunicazione. Pubblicista dal 2015, con un paio di amici ha lanciato il progetto di storytelling su web Sportellers, e ha abbracciato La Notizia Sportiva mosso dalla voglia di viaggiare tra storie ed emozioni. Il suo re: Roger Federer. Il suo dio: Federico Buffa.

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