Il Kazakistan, Stato dell’Asia centrale stretto tra Russia e Cina. Breve storia dell’ex Repubblica Sovietica

L’accesso della Nazionale di calcio kazaka agli spareggi di qualificazione al Campionato Europeo che avrà prossimamente (14 giugno-14 luglio) luogo in Germania ha puntato i riflettori sul Kazakistan, ex Repubblica Sovietica indipendente dal 1991.

Instaurata quale Repubblica Socialista Sovietica Autonoma Kirghiza il 26 agosto 1920, essa venne ribattezzata Repubblica Socialista Sovietica Autonoma Kazaka il 15 aprile 1925: si trattò di un’entità autonoma della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa.

La prima capitale fu Orenburg, ma il successivo riconoscimento del titolo di “Kazaka” alla Repubblica vide il passaggio di tale città alla RSFS Russa: il suo posto venne preso da Kyzylorda (letteralmente “Capitale rossa”), che nel 1929 venne a sua volta soppiantata da Alma-Ata.

L’elevazione a Repubblica Socialista Sovietica Kazaka arrivò il 5 dicembre 1936: da allora, tale RSS seguì le sorti dell’URSS.

Con l’iniziativa “Conquista delle terre vergini” (campagna finalizzata allo sfruttamento di numerose terre incolte), organizzata da Nikita Krusciov tra la metà degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, molti russi si spinsero nella RSS Kazaka, stravolgendone la composizione etnica, con i kazaki che rischiarono di diventare minoranza nella loro stessa Repubblica.

La RSS centrasiatica divenne inoltre la base della “conquista dello spazio” da parte dell’URSS, che a metà anni Cinquanta costruì ivi il proprio cosmodromo: tuttora in attività (sotto amministrazione russa) con il nome di Bajkonur (assunto nel 1995), fu originariamente denominato Leninsk.

Se quello “spaziale” si può ritenere un pro legato al periodo sovietico, bisogna citare anche i contro, come la presenza di numerosi gulag, quale (ad esempio) quello di Karaganda, città fondata nel 1926 dai condannati ai campi di lavoro forzato.

Non va, inoltre, dimenticata la triste storia del poligono nucleare di Semipalatinsk: in tale area, ubicata in mezzo alla steppa kazaka, a un centinaio di chilometri dalla città di Semipalatinsk (ridenominata Semej nel 2007), dal 1949 al 1962 vennero effettuati test nucleari in atmosfera e al suolo.

Dal 1961 al 1989 tali prove vennero, invece, realizzate scavando il terreno o in appositi tunnel ricavati nel monte Degelen.

Come è facile immaginare, gli effetti delle esplosioni (ben 496 test tra il 1949 e il 1989) ebbero ripercussioni sulla non vicinissima ma neppure remota città di Semipalatinsk, la cui popolazione fu investita dalle radiazioni: recenti studi hanno registrato diversi casi di tumore e malformazioni legati alle attività del poligono.

Dal 6 al 12 settembre 1978 la RSS Kazaka ospitò, nella sua capitale, la “Dichiarazione di Alma-Ata sull’assistenza sanitaria primaria”, conferenza (organizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’UNICEF e patrocinata dall’Unione Sovietica) che sostanzialmente invitò Stati e organizzazioni a sostenere l’assistenza sanitaria primaria.

Il motto fu: “Salute per tutti entro il 2000”.

Il fatto che poi tali buoni propositi non divennero realtà è un’altra storia.

La dissoluzione dell’Unione Sovietica portò all’indipendenza di ciascuna delle quindici Repubbliche Federate: la RSS Kazaka si dichiarò (ultima a farlo) indipendente il 16 dicembre 1991 con il nome di Repubblica del Kazakistan, con capitale Alma-Ata (che nel 1993 sarebbe stata ribattezzata Almaty), la quale nel 1997 dovette cedere tale ruolo (pur restando il più popoloso insediamento del Paese, con i suoi quasi due milioni di abitanti) ad Astana, città ubicata nel cuore della steppa kazaka.

I motivi del “trasloco” furono la troppa vicinanza di Almaty con il confine kazako-cinese, nonché il suo essere posizionata in una zona sismica (ai piedi dei monti Trans-Ili Alatau).

Astana ha una storia particolare.

Fondata nel 1830 con il nome di Akmolinsk, venne ribattezzata Celinograd nel 1961 (ai tempi della “conquista delle terre vergini”), Akmola nel 1992 e (in occasione dell’elevazione a capitale) Astana nel 1997: Astana significa, letteralmente, “capitale” in lingua kazaka.

Nuovo cambio di nome il 23 marzo 2019, con il passaggio a Nur-Sultan, in onore di Nursultan Nazarbaev, Presidente del Kazakistan dall’indipendenza fino alle dimissioni datate 20 marzo 2019 (passando lo “scettro” al tuttora in carica Kassym-Jomart Kemeluly Tokayev) e in precedenza Presidente del “Kazakistan sovietico” dal 24 aprile 1990 fino al distacco dall’URSS, nonché Primo Segretario del Partito Comunista del Kazakistan dal 1989 al 1991.

E, infine (per ora), il 17 settembre 2022 il ritorno al nome di Astana, toponimo con il quale nel 2017 la città ospitò l’Esposizione Universale (“Expo”).

Situato nell’Asia Centrale, il Kazakistan (Stato transcontinentale, nonché la più grande entità indipendente al mondo priva di sbocco al mare) è sì ricco di materie prime (petrolio, metano, carbone e ferro in primis), ma al contempo “stretto” tra Russia e Cina.

Giuseppe Livraghi

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