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Juventus, maggiore intensità nella proposta è cosa sostenibile

JUVENTUS – Perdere contro l’Inter, per un tifoso juventino, non può mai avere risvolti positivi. Perdere contro l’Inter, nel modo in cui si è perso, per un tifoso juventino attento ad alcune dinamiche di gioco e al funzionamento (migliore) della proposta tattica e dell’interpretazione in termini di intensità e di desiderio, ha sicuramente parecchi risvolti positivi.

La vecchia strada intrapresa dalla Juventus

La società Juventus è composta da dirigenti risultatisti, che hanno deciso di tornare ad affidare la guida tecnica ad un risultatista, o cortomusista fate voi, per creare o rispolverare ciò che il gruppo ha dimostrato in passato di saper fare: portare a casa vittorie a qualunque costo e in qualunque modo, senza badare allo stile. Non a caso, la squadra di Allegri era imbattuta da 16 partite, 11 vittorie e 5 pareggi e l’ultima sconfitta arrivò nel lontano 27 novembre 2021, quando allo Stadium arrivò un Atalanta ancora brillante e pimpante. Dopodiché tante vittorie e qualche pareggio, sempre sulla stessa lunghezza d’onda: la gestione. Freno a mano tirato e spendere il meno possibile.

Il paradosso

E’ emblematico che, nella gara probabilmente più importante della stagione, la filosofia di Allegri, complice anche la pausa Nazionali e la possibilità di oleare meglio i meccanismi, sia radicalmente cambiata nell’interpretazione del match. La Juventus scende in campo con un importante 4-2-3-1 e lo scenario della partita è subito chiaro. Difesa più alta, centrocampo di interdizione volto a dare equilibrio e copertura alla squadra, e i tre componenti alle spalle di Vlahovic sulla trequarti chiamati a costruire e a finalizzare.

La chiave tattica di Allegri in Juventus-Inter

La difesa, seppur con Chiellini, o lo stesso Bonucci, non riesca a tenere abbastanza alto il suo raggio d’azione spalle alla porta, ha lavorato sicuramente a distanze importanti dal proprio portiere, evitando così di essere schiacciata a ridosso della propria area. Rabiot e Locatelli prima, con Zakaria poi al posto dell’italiano, sono stati chiamati a fare ciò che probabilmente meglio gli riesce fare, dare protezione alla difesa. Esenti da compiti di costruzione, i due mediani hanno disputato una buona partita di interdizione. Ma è dalla trequarti in poi che si è percepito e quasi materializzato il cambio passo mentale e tattico della Juventus imposto da Allegri. La pressione alta e uomo contro uomo dei quattro uomini offensivi ha di fatto concesso alla Juventus di subire meno e impedito all’Inter di sviluppare dal basso la manovra. In fase offensiva, invece, il tridente è riuscito a soccombere ai limiti qualitativi del centrocampo, prendendo in mano le redini del possesso e dello sviluppo del gioco che, seppur non si è reso efficace ai fini della vittoria finale, si è reso differente e maggiormente pericoloso. Precisione e cattiveria nell’ultimo tocco sono spesso mancati, proprio perché una differente interpretazione di gioco, soprattutto quando una squadra poco abituata ad affollare la metà campo avversaria si trova con tanti uomini in attacco, necessita di tempo. 

Il calcio italiano necessita di una rivoluzione nel pensiero e nel modo di intendere

Come dicevamo in apertura, per un tifoso juventino una sconfitta contro i rivali storici dell’Inter difficilmente avrà risvolti positivi. Ma, guardando alla prestazione di ieri, i segnali di miglioramento sono tangibili e vanno incoraggiati. L’atteggiamento, proprio in virtù di un pensiero da rifondare, è stato quello della grande squadra. Seppur sia mancato un pizzico di precisione, non si vedeva una Juventus così aggressiva e così offensiva dalla gara di andata sul campo della Salernitana, disputata con lo stesso modulo ma con Bernardeschi e Kulusevski sulla trequarti con Dybala, con Morata riferimento offensivo. La chiusura di un cerchio, potrebbe essere questa. Lo 0-1 incide negativamente sulle ambizioni dei più ottimisti in chiave scudetto. Ma, qualora ce ne fosse stato bisogno, come ha ripetuto lo stesso Allegri, finalmente si smetterà di parlare di bianconeri coinvolti nella lotta scudetto. La vittoria del campionato, più per le tre squadre che anche prima di ieri correvano davanti che per i punti di distacco, era traguardo assai arduo. La Juventus si tenga stretta la prestazione.

Qualcuna dica ad Allegri che una maggiore intensità nella proposta e nell’interpretazione del match è cosa sostenibile, che si può difendere anche attaccando.

A proposito di Demetrio Oriolo

Durante il percorso di formazione classica ho sviluppato l'interesse per il giornalismo. Mi sono immerso nel mondo dell'informazione nel 2016, prendendo parte ad alcuni progetti in via di sviluppo, salvo poi continuare questo percorso di formazione e di crescita lavorando per prestigiosi progetti quali "Il Calcio Calabrese", "Calciomercato Report", "La Politica del Popolo" e "Calciatori Ignoranti". Sono uno dei fondatori del blog "Carpe Ideam". Nel corso degli anni ho collaborato con le testate "La Notizia Sportiva", "Pianeta Serie B" e "Calabria Live" e con il blog "Pianeta Champions" nel ruolo di editorialista. Vanto diverse pubblicazioni con "Il Quotidiano del Sud".

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