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Pioli spiega la conferma del Milan: “Gazidis ed Elliott di parola, mi hanno giudicato alla fine”

Il Milan ha confermato Stefano Pioli e dalla prossima stagione si aspetta un rendimento uguale a quello della seconda parte di stagione. Il tecnico oggi a ‘Repubblica’ ha voluto spiegare il motivo della sua conferma, rivelando anche il rapporto con Gazidis ed il fondo Elliott.

“L’ad Gazidis e il fondo Elliott sono stati di parola: mi avevano detto che sarei stato giudicato alla fine. Non aveva senso, né era il mio obiettivo, perdere energie in cose che non potevo controllare. Io non sono proprio andato a vedere come giocavano le squadre di Rangnick, mai. Mi sono concentrato sul mio lavoro con i giocatori, con lo staff, con Maldini, con Massara, con i medici, con i fisioterapisti: unità e coesione, nella fase delicatissima del coronavirus. E il club ci ha sempre fatto sentire sicuri”.

I rossoneri sono i primi per punti fatti dopo la sosta dovuta al Covid, ma per Pioli non è abbastanza.

“È limitativo. Nel 2020 solo l’Atalanta ha fatto più punti. Abbiamo perso solo il derby, dopo un grande primo tempo, e col Genoa, dopo le cose successe in settimana. Poi vincere contro chi ci stava davanti ci ha dato più spinta”.

E poi elogia Zlatan Ibrahimovic , sia in campo che fuori. Spera di allenarlo anche la prossima stagione.

“In una stagione non tutto fila liscio. Ma lui rende tutto facile. È sbagliato riferirsi all’età, è un professionista al 100%. Ha insegnato ai giovani la serietà, la competitività in ogni singolo allenamento. È il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Sono segnali fortissimi. Zlatan ha un grande rispetto dei ruoli. A gennaio mi informavo delle sue condizioni atletiche dopo l’inattività. In uno dei quei confronti lui mi disse: tu decidi e io rispetterò sempre le tue scelte. Tutti abbiamo imparato da lui. È l’esempio quotidiano di come si resta ad alto livello. Insegna a non accontentarsi mai”.

Sulla squadra della prossima stagione, Pioli pensa che una serie di giovani calciatori possa ancora rendere di più e che Donnarumma sia il pilastro.

“Hernandez era al primo anno in Italia, si ritroverà il bagaglio che ha ampliato. Bennacer giocava per la prima volta in un grande club e Leao, col suo potenziale, dovrà dare per forza risultati superiori. E poi ci sono Rebic, Çalhanoglu, Romagnoli, Kjaer. Bastano pochi innesti mirati. Donnarumma? Lui, a 21 anni, l’esperienza l’ha già fatta, nelle ultime partite era addirittura capitano. È già tra i primi 3-4 portieri al mondo e diventerà il migliore. Non immagino neanche il Milan senza di lui”.

Infine, un paio di riferimenti prevedibili per Pioli e per il suo modo di allenare, ma anche uno del tutto inaspettato…

“Guardiola e Klopp, al massimo livello. Ma non ho preclusioni, prendo spunto da tante situazioni: le palle inattive, ad esempio, le ho prese dall’America di Calì”.

A proposito di Cristian La Rosa

Cristian La Rosa. Classe ’76, ama il calcio e lo sport in generale. Segue con passione il calcio internazionale e ha collaborato con alcuni web magazine. È il fondatore, ideatore ed editore.

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