Antonio Conte è un uomo dal carattere forte, deciso, meticoloso nei suoi carichi d’allenamento, come hanno avuto modo di sperimentare i suoi vecchi giocatori della Juventus.
Ma oggi, emerge con ancora più evidenza, il rapporto sempre più complicato che nasce con i suoi stessi uomini, prima artefici di una cavalcata irresistibile, a sua immagine e somiglianza, nella capacità di tirare fuori il meglio anche nelle situazioni di gioco più difficili, ora rei in un certo modo di ostacolare i suoi obiettivi di crescita.
L’sms mandato a Diego Costa deve aver fatto pensare il patron Abramovic che, forse questo italiano dal carattere arcigno mette le mani troppo avanti, è in grado di disfare una creatura sbocciata dal nulla, un gruppo solido e compatto, da sé.
Che siano altri i progetti futuri dell’allenatore non è più un mistero, come neanche l’interessamento per lo spagnolo Alvaro Morata, conteso dal Manchester United di Mourinho, oltre a nomi differenti per il centrocampo, tra cui quello di Naingollan della Roma.
Sembra una storia che si ripete questa, in un vecchio film dalle tinte guardacaso bianconere! Anche quando apparteneva alla Vecchia Signora, ha deciso inevitabilmente di cambiare aria, a suo dire, per la mancanza di programmazione vincente della società. Il mancato acquisto di alcuni giocatori necessari per far compiere il salto europeo definitivo alla sua squadra sembra palesarsi anche qui a Londra.
Sembra ormai chiaro come il rapporto tra il centravanti spagnolo del club e Antonio sia ai ferri corti ed altrettanto evidente come il Presidente debba mettersi nella condizione di dover scegliere quale sia la soluzione più giusta per il bene del club. Per non dover perdere entrambi e allora pensare ad altri acquisti eccellenti in grado di aumentare il livello tecnico di una squadra che l’anno prossimo disputerà la Champions League!
Il tempo saprà dirci cosa cova in mente Abramovic, quale sia il suo pensiero sul valore di una squadra. 20 percento merito dell’allenatore o qualcosa di più?
Autore: Lorenzo Carrega