Editoriale Tra Serio e Faceto #1: Je Suis Pandev

Salve. Ieri sono andato a letto più tardi del solito e mi è venuta voglia di scrivere un editoriale. Poi ho pensato che avrei dovuto pensarci prima, ad esempio dopo il primo turno di campionato, ma alla fine ho fatto finta di niente e l’ho scritto. Ecco l’elenco di tutto quello che non è questo editoriale, in aggiunta a ciò che non troverete:

  • Non è divertente
  • Non è SEO-Oriented
  • Non è ricco di proverbi
  • Non è portatore di verità assolute
  • Non contiene grassetti per agevolare la lettura
  • Non contiene immagini di persone pelate

Un punto di questi, soltanto qualche giorno fa, mi avrebbe causato un infarto seduta stante, ma oggi è lunedì e, come ogni inizio settimana, è risaputo che le funzioni cardiache siano rallentate. Se avrò un infarto, comunque, i primi sintomi non si presenteranno prima di giovedì, il che porta con sé tre vantaggi non indifferenti:

  • Qualcuno potrà salvarmi
  • Vedrò Barcellona-Juventus
  • Non dovrò “fare l’Europa League”

Per chi non lo sapesse, seguire l’Europa League al giovedì sera equivale più o meno a farsi a piedi il giro dei Sinai. Tre volte. Senza borraccia. E tu sei ateo.

Il Faceto #1: Pandev, Pupi Avati ed i Pelati

Ieri sera ho visto un film bellissimo di Pupi Avati, una di quelle pellicole che la mia ragazza categorizzerebbe subito sotto la voce “una delle tue ciucciate psicologiche” che però a me piacciono tanto.
Ebbene, ho notato un fatto alquanto interessante: tra i personaggi principali non c’era nemmeno un pelato.
L’unico senza capelli era un tizio che interpretava la parte dell’avvocato di una compagnia assicurativa, ma era un cameo di 5 minuti. Dava l’idea, però, di una persona abbastanza stressata, sempre oberata di lavoro e che al ristorante agita il rosso frizzante intavolando una teoretica sulla fenomenologia di ogni cosa.

Ecco, credo che se Goran Pandev fosse stato come questo tizio, ovvero abbastanza stressato, sempre oberato di lavoro, amante del rosso frizzante e soprattutto pelato, di sicuro non sarebbe stato deriso da un paese intero. Che poi, cosa ci sarà tanto da ridere non lo so. Per chi se la fosse persa, ecco la foto in questione:

 

Goran Pandev esce, felice come una Pasqua, al 38′ del primo tempo. (Fonte: Chiamarsi Bomber)

Ora, non so a voi, ma a me la forma della “piazza” di Pandev non fa ridere. Del resto, non capisco cosa ci sia di così divertente nella forma, stilizzata e forse un po’ arcaica, della piramide dei bisogni di Maslow.

La Piramide dei Bisogni di Maslow

Provateci voi ad andare in giro con un buco nei capelli a forma di poliedro. Io non uscirei di casa, lui scende in campo sotto la pioggia contro l’Udinese davanti a migliaia di persone. Ed allora si, Je Suis Pandev anche se non ho una Piramide di Maslow sulla testa perchè so che, un domani, potrebbe capitare anche a me. Oppure proprio domani.

Il Serio #1: Milan, non potevi fare di più

All’Olimpico di Roma ieri pomeriggio il Milan ha perso 4-1 con la Lazio. Una sconfitta pesante, certo, ma che può essere tranquillamente definita con un sano incidente di percorso che, in una squadra che ha cambiato così tanto in una sola estate, ci può stare eccome. I rossoneri sono passati dall’ essere considerati l’anti-Juve per eccellenza ad una compagine raffazzonata e prossima alla retrocessione. Certo, una sconfitta non fa mai piacere, soprattutto se è un pesante poker, ma i biancocelesti di Simone Inzaghi, non va scordato, sono stati già capaci di sconfiggere la Juventus e di conquistare la Supercoppa Italiana quest’anno. All’ex tecnico della Primavera degli aquilotti, poi, va consegnato un merito non indifferente: ogni anno lavora con quello che ha. Il 5-3-2 catenacciaro non sarà bello da vedere e di certo non passerà agli annali della storia del calcio, ma ha un grande pregio: è funzionale.

Gli alibi ci sono eccome, a cominciare dall’età media delle formazioni titolari di ieri: da una parte, calciatori esperti e navigati come De Vrij, Radu, Basta, Leiva, Parolo e Lulic, dall’altra giovani in rampa di lancio ma pur sempre tali del calibro di Donnarumma, Calabria, Kessie e Cutrone. Il talento non si discute, ma un ko non è certo una tragedia. Il Milan di oggi, come quello della passata stagione, ha vissuto, vive e vivrà di strappi in un senso e nell’altro, alternando prestazioni eccellenti a cadute altrettanto fragorose. Tra un paio di stagioni, se tutto andrà per il verso giusto, si potrà raccogliere il frutto di tante attese.

Bonucci, colui che è stato messo più di tutti sulla graticola, è il capitano e guadagna un bel gruzzoletto, ma non è un marziano. Anche lui, come tutti, ha bisogno di un fisiologico periodo di adattamento. Qualche errore, poi, l’ha sempre commesso, non è mai stato e mai sarà il classico centrale dai movimenti puliti, sempre concentrato e che non rischia mai, prendere o lasciare. I rossoneri l’hanno acquistato inserendo l’uomo giusto al momento giusto, capace di guidare una difesa che aveva bisogno di un leader. Sono sicuro che una sconfitta del genere farà bene anche a lui.

Insomma, questo Milan al momento proprio non poteva fare di più.

Che fine ha fatto…Laurentiu Branescu?

Eccoci arrivati alla rubrica che svela che fine hanno fatto i calciatori che hanno un passato in qualche squadra di Serie A. Oggi tocca ad un portiere rumeno classe ’94 con un breve trascorso nella Primavera della Juventus: stiamo parlando di Laurentiu Branescu. Molti di voi se lo ricorderanno per le sue uscite a caso durante i corner o per i suoi piedi non esattamente da brasiliano. Ebbene, sappiate che la Juve gli paga ancora lo stipendio.

Avete letto benissimo. Il suo contratto, infatti, scadrà soltanto l’anno prossimo. Ora, dopo una serie di prestiti più o meno infruttuosi in squadre come Juve Stabia, Lanciano, Ramnuci Valcea, Omonia Nicosia e Szcombathelyi Haladàs, si è accasato, sempre in prestito chiaramente, alla Dinamo Bucarest dove continua a deliziare i suoi tifosi con uscite alte senza senso ed assist importanti per attaccanti avversari.

A proposito di Francesco Bergamaschi

22 anni ed una laurea in Scienze della Formazione in tasca. Appassionato di calcio giovanile e serie minori, ha all'attivo diverse collaborazioni con blog e testate giornalistiche online. Con una penna o dietro una tastiera cerca di raccontare il mondo dello sport in tutte le sue infinite ed affascinanti sfaccettature. E' caporedattore di Lanotiziasportiva.com.

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