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Inter, Bastoni è la personificazione della modernizzazione del calcio

All’interno di un consolidato scacchiere come quello dell’Inter, forgiato da Antonio Conte prima e modellato ed innalzato sotto diversi aspetti da Simone Inzaghi poi, risulta facile inserire nuove pedine dal buon valore calcistico.

INTER BASTONI MODERNIZZAZIONEAlessandro Bastoni, duttile difensore centrale classe 1999, è entrato in un sistema già consolidato a testa alta, portando una propria proposta invece di rilegarsi a quell’usato sicuro che nessuno gli avrebbe rimproverato.

Questo giocatore, in poche parole, è la prova eclatante di quanto la modernizzazione del calcio passi più dalla capacità di ricezione e di proposta dei suoi interpreti rispetto alle idee che gli allenatori provano ad inculcare in giocatori poco propensi all’innovazione.

Il primo paragone che sorge spontaneo, per comprendere meglio quanto detto precedentemente, nasce in virtù della gara di ieri sera tra Inter e Juventus. Il nucleo di tale tesi risiede nella capacità dei giocatori maggiormente predisposti ad una interpretazione moderna del calcio rispetto a calciatori in cui vigono ancora concetti passati.

Evoluzione ed Involuzione

Si è spesso discusso di quanto la Juventus faccia fatica ad interpretare un calcio elettrizzante e agonizzante come quello che sono soliti proporre i migliori club d’Italia e d’Europa. Spesso, tale colpa, è attribuita all’inesistenza tecnica di un centrocampo ridotto al limite del presentabile. Nel calcio moderno, però, non è solo la tecnica a farla da padrona, seppur sia elemento imprescindibile. La questione degli spazi e dell’interpretazione degli stessi è elemento portante. Forse, tanto quanto la qualità che viene impressa in una giocata. La Juventus, soprattutto nel reparto difensivo, è ormai squadra vecchia, incapace di reggere l’urto troppo distante dalla sua porta. Chiellini e Bonucci, fantastici sotto tutti gli aspetti, non possono interpretare un calcio differente da quello impartitogli oramai più di dieci anni fa da Conte. Ciò porta l’intera retroguardia a seguire di rado l’avanzamento dell’azione e a lasciare spesso una distanza eclatante con gli altri reparti. Spaccatura della squadra e mancanza di coralità che si traduce poi con la sterilità in fase offensiva e la fragilità in quella difensiva.

L’Inter invece, insieme all’Atalanta, è probabilmente tra le migliori interpreti di questo aspetto. La manovra corale in fase di costruzione avviene con tutti e dieci gli interpreti e si sviluppa a distanze abissali dalla propria porta. Ciò porta i nerazzurri a schiacciare letteralmente, sotto l’aspetto fisco e mentale, le altre squadre e ad essere costantemente pericolosa. Codesto aspetto, però, è dettato dalla duttilità dei tre difensori centrali che hanno la predisposizione fisica e mentale per accettare l’uno contro uno a tutto campo. Perché, se ogni pedina dello scacchiere non compiesse quel determinato lavoro individuale ai fini di un obiettivo comune, con la stessa qualità con cui viene interpretato, questa squadra (l’Inter) non avrebbe mai raggiunto tale predominio territoriale in ogni zona del rettangolo verde.

L’evoluzione tattica del singolo

Nello specifico, la personificazione di tali concetti è proprio Bastoni, colui che congiunge in maniera egregia la capacità di ricoprire tanti ruoli all’interno della stessa partita: occupazione intelligente degli spazi. Le strabilianti doti difensive che possiede, consentono all’Inter di poter contare su uno dei migliori difensori d’Europa al momento. Ciò che più sorprende, però, sono le doti che lo portano ad essere decisivo in tutte le zone del campo.

La difesa a tre ci ha spesso abituato ad un serrato possesso che i tre sviluppano in attesa della giusta giocata. Giusta giocata, spesso, imbeccata proprio dal giovane difensore di Casalmaggiore che, posto sul centro-sinistra, è abile a leggere i costanti inserimenti sul versante opposto di Barella e del laterale di destra.

Altro aspetto fondamentale dell’evoluzione tattica di questo giocatore, la più importante forse, è la capacità di arrivare a rimorchio dell’azione, a distanze inusuali dalla porta che dovrebbe difendere, con una costanza e un tempismo surreale per un terzo di difesa. Il supporto in fase offensiva, con le sovrapposizioni o con la disponibilità al passaggio che spesso offre, risulta decisiva ai fini della superiorità dalla trequarti in poi. Visto che le difese avversarie vengono spesso bucate centralmente e colte impreparate dalle cavalcate del difensore. Le statistiche ci parlano di un giocatore in grado di arrivare al tiro almeno una volta a partita. Surreale.

Attualmente i numeri, che poi sono ciò che meglio analizzano l’operato di un calciatore, ci parlano di un giocatore che in 18 presenze ha collezionato 3 assist e 1 gol. Vanta una media di quasi 74 passaggi a partita con una precisione dell’89% (che sale al 94% quando parte dalla propria metà campo) e che in fase difensiva, con il 66% di contrasti vinti e il 2.1 di tackle a proprio favore, risulta difficilmente superabile. Numeri importanti ma destinati sicuramente a lievitare nel corso del tempo.

Alessandro Bastoni, per capacità di interpretazione e modalità di offerta, nella doppia fase è di gran lunga il miglior difensore italiano.

A proposito di Demetrio Oriolo

Durante il percorso di formazione classica ho sviluppato l'interesse per il giornalismo. Mi sono immerso nel mondo dell'informazione nel 2016, prendendo parte ad alcuni progetti in via di sviluppo, salvo poi continuare questo percorso di formazione e di crescita lavorando per prestigiosi progetti quali "Il Calcio Calabrese", "Calciomercato Report", "La Politica del Popolo" e "Calciatori Ignoranti". Sono uno dei fondatori del blog "Carpe Ideam". Nel corso degli anni ho collaborato con le testate "La Notizia Sportiva", "Pianeta Serie B" e "Calabria Live" e con il blog "Pianeta Champions" nel ruolo di editorialista. Vanto diverse pubblicazioni con "Il Quotidiano del Sud".

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