Fonte: viaggimust.it

Juventus-Torino, è l’ora del derby della Mole: tra arte, storia, lotta di classe e aspetti tattici

Mancano ormai poche ore al fischio d’inizio del sentitissimo derby della Mole che vedrà di fronte Juventus e Torino.

JUVENTUS TORINO – Se è vero che il primo derby non si dimentica mai, le esperienze vissute dai due tecnici ad oggi sulle panchine delle due squadre di Torino si presentano diamentralmente opposte. Il primo derby della Mole Massimiliano Allegri lo giocò ormai 7 anni fa, nel novembre del 2014. La Juventus dominava indisturbata in Italia e, dopo la vittoria di quella partita, arrivata all’ultimo respiro grazie ad una rete di Pirlo, il sodalizio bianconero preparava il terreno per la conquista del quarto scudetto consecutivo. Contemporaneamente Juric allenava il Crotone in Serie B. Proprio quest’ultimo, al primo anno da allenatore granata, ha invece vissuto in maniera più traumatica il primo derby. Era il 2 ottobre del 2021 e, allo Stadio Olimpico Grande Torino, dopo 85 minuti di netto equilibrio tattico, l’ipotesi dello 0-0 andava concretizzandosi. Locatelli però, con una magia un minuto più tardi, rovinò i piani di una fetta di popolazione torinese, condannando i granata alla sconfitta.

Il Derby della Mole

La sfida, chiamata anche con l’epiteto di “Derby della Mole“, simboleggia la rivalità storica tra due delle società calcistiche italiane più longeve. Tale epiteto nasce proprio in riferimento alla Mole Antonelliana, simbolo architettonico della città torinese. Oltre al confronto cittadino e alla voglia di primeggiare in città, la sfida è divenuta simbolica proprio per via del diverso credo economico-progettuale-sportivo. In campo, oltre a 22 giocatori pronti a fronteggiarsi con casacche diverse, si sono sempre fronteggiati due modi distinti e separati di guardare al football e all’economia che gira attorno e dietro questo blasonato mondo.

Le contrapposizioni ideologiche che hanno contraddistinto la sfida tra Juventus e Torino.

La Juventus fu fondata ne 1897 da un gruppo di studenti di un prestigioso Liceo, oggi conosciuto come Liceo Classico “Massimo D’Azeglio“. Alla società, che dapprima ha navigato senza un vero obiettivo tra i vari campionati italiani, nel 1923 si è avvicinata la famiglia Agnelli. La stessa famiglia, oltre al proprio contributo economico, portò al club il sostegno economico e sociale di tutto il mondo aristocratico del luogo.

Il Torino nacque invece 9 anni più tardi, nel 1906. In seguito ad una scissione societaria interna alla Juventus, un gruppo di dirigenti per motivi ideologici lasciò la causa e si aggregò alla Torinese, fondata nel 1894, ma rifondata e modernizzata grazie al supporto dei nuovi soci. Il bacino d’utenza di riferimento preso in considerazione fu il mondo operaio.

Tali lineamenti, però, nel corso degli anni persero fervore, arrivando ad estinguersi quasi per intero tra il 1960 e il 1970. Anche se il differente credo tra i due club è rimasto, con la Juventus incentrata sullo sviluppo Nazionale e globale del proprio brand, distaccandosi dagli stretti connotati campanilistici, mentre il Torino è rimasto fortemente legato alle tradizioni locali del proprio luogo d’appartenenza.

Il peso della posta in palio

Un vecchio slogan recita: “I derby non si giocano, si vincono”.

Ed è su questo presupposto che ci apprestiamo a vivere con trepida attesa uno dei derby più sentiti d’Italia. La Juventus, protagonista di un momento di strabiliante forma e di ritrovata lucidità, per proseguire nel percorso di rincorsa ad un piazzamento Champions è chiamata a non fallire più alcun appuntamento. La concorrenza al vertice è agguerrita e, se Allegri si è apertamente chiamato fuori dalla lotta per lo scudetto, entrare tra le prime quattro è imperativo.

Il Torino, ritrovati gli aspetti caratteriali che ne hanno sempre caratterizzato il modus operandi, grazie ad una superlativa guida Juric, per proseguire nel percorso di crescita ed uscire dal purgatorio dell’attuale 10′ posto in classifica è chiamato a confrontarsi su un importante banco di prova. I risultati dello scorso anno sono già stati ampiamente migliorati. Per questo, nonostante l’ultimo passo falso in casa contro il Venezia, la squadra granata deve dimostrare di poter reggere l’urto con le big del calcio italiano.

Aspetti tattici di Juventus e Torino

La lettura tattica di partite come queste non è mai scontata. A maggior ragione quando ad affrontarsi sono tecnici duttili e bravi nella lettura dei momenti come Allegri e Juric. Mai come questa volta, probabilmente, ci aspettiamo una lotta in pieno stile greco-romana a tutto campo tra Juventus e Torino. I duelli fisici e l’uno contro uno risulteranno decisivi. Basti pensare al primo episodio di Bremer vs Vlahovic, in cui quest’ultimo è stato annullato per 90 minuti o all’assenza in difesa di Bonucci e Chiellini, che consentirà ad Allegri di alzare il suo baricentro e sfruttare maggiormente la prestanza fisica e la velocità di De Ligt e Rugani.

La Juventus di Allegri

Su sponda bianconera, l’asso nella manica del tecnico toscano potrebbe essere il pacchetto dei terzini: Alex Sandro e Cuadrado. Con il primo bravo nelle letture tattiche e duttile ad adattarsi come terzo di difesa, il colombiano potrà prendere campo e modulare la sua squadra in un 3-4-3, modulo che ha messo in crisi l’equilibrio granata contro il Venezia. A centrocampo l’unico certo di un posto è Rabiot, adattabile anche come esterno alto di sinistra proprio in virtù di tale aspetto tattico. In mezzo al campo i ballottaggi sono Locatelli-Arthur e Zakaria-Mckennie. Muscoli e qualità. In attacco non dovrebbero esserci dubbi. Il tridente composto da Dybala, Vlahovic e Morata funziona e non merita presentazioni.

Il Torino di Juric

Gli aspetti che fin qui hanno contraddistinto la squadra granata sono chiari: equilibrio, ordine tattico e cinismo. La pressione dei giocatori è alta e forte fin da subito e l’imperativo è quello di arrivare al tiro, e possibilmente al gol, con meno passaggi possibili. Per mettere in risalto le proprie qualità e provare ad oscurare alcuni evidenti limiti difensivi all’interno dell’area, la difesa proverà a giocare alta, accettando di buon grado l’uomo contro uomo a tutto campo. Ma la vera sfida potrebbe svilupparsi sulle fasce. Vojvoda verrà incaricato alla copertura su Cuadrado, ma ciò non dovrà limitare il suo impiego in fase offensiva. Perché Juric sa che giocare da fascia a fascia può mettere in difficoltà il reparto bianconero. Singo in questo sarà la spina nel fianco. Belotti potrebbe partire dal 1′, ma l’adattamento con la filosofia di Juric che Sanabria ha dimostrato di avere potrebbe avere la meglio sul Gallo.

Il pronostico di Juventus-Torino.

A proposito di Demetrio Oriolo

Durante il percorso di formazione classica ho sviluppato l'interesse per il giornalismo. Mi sono immerso nel mondo dell'informazione nel 2016, prendendo parte ad alcuni progetti in via di sviluppo, salvo poi continuare questo percorso di formazione e di crescita lavorando per prestigiosi progetti quali "Il Calcio Calabrese", "Calciomercato Report", "La Politica del Popolo" e "Calciatori Ignoranti". Sono uno dei fondatori del blog "Carpe Ideam". Nel corso degli anni ho collaborato con le testate "La Notizia Sportiva", "Pianeta Serie B" e "Calabria Live" e con il blog "Pianeta Champions" nel ruolo di editorialista. Vanto diverse pubblicazioni con "Il Quotidiano del Sud".

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