“Still I rise”

Il 7 gennaio del 1985 nasce Lewis Hamilton. Il sette volte Campione del Mondo che, di nascosto, sta mandando avanti la sua leggenda…

Ci sono volte in cui il silenzio fa più rumore di un frastuono. Perché, chi improvvisamente smette di parlare, fa più clamore di chi lo fa a sproposito.

Un inatteso mutismo che alcuni provano ad interpretare, che altri sostengono, che altri ancora criticano o comprendono. Qualcosa di cui il mondo della Formula 1 non è certamente all’oscuro dal 12 dicembre 2021. Il giorno del giudizio. Il giorno in cui qualcuno da vincitore diventa perdente.

Lewis, da tutto a niente. In un giro. E allora, c’è bisogno di respirare e allontanarsi. Prendersi una pausa, fare punto e a capo. Chi di noi non lo ha mai fatto? Magari non lasciando nemmeno uno straccio di scalpore attorno a sé?

Quando l’improvviso mutismo viene attuato da un sette volte campione del mondo che si è sentito privato di un’occasione leggendaria che credeva già sua, il silenzio cambia forma da parte di chi lo subisce e iniziano le supposizioni. Supposizioni che si fanno sempre più pesanti, di giorno in giorno.

“Hamilton si ritira? Hamilton continua? Per quanto andrà avanti questo silenzio?”. A dare una voce – forse sbagliata – alla sua assenza, sono le interpretazioni alle parole di chi, Lewis, lo conosce bene. Quante anime di tifosi sono state scosse dal “Spero vivamente che Lewis continui a correre” di Toto Wolff, o quante si sono sentite rincuorate da “Nelle avversità alcuni cedono; altri infrangono record” della stessa Mercedes?

Il gioco del silenzio per Hamilton non è una novità. Anche la sconfitta contro Nico Rosberg fu un boccone amaro da digerire: un mondiale perso all’ultima gara, contro il compagno di squadra. Compagno di squadra che, pochi giorni dopo la realizzazione di un sogno, spremuto come un limone e improvvisamente invecchiato, decide di appendere il casco al chiodo.

Dopo la pausa Hamilton si riprende, sale nella macchina del 2017 e agguanta un campionato che, almeno ad inizio stagione, sembrava combattuto. Poi, Vettel e la Ferrari… Monza, Singapore… Singapore. Voltiamo pagina.

È chiaro che, nel 2021, perdere fa molto più male: a un passo dalla leggenda eterna e con troppi aspetti che non tornano. Con un continuo singhiozzare di colpi di scena, imprevisti, tensione.

Quella scritta sulla schiena, riportata nel retro del suo casco, nel tempo è diventata un motto. Il simbolo di Lewis.“Still I rise”, mi alzo ancora. Mai come ora, penso gli sia utile. Auguri, Lewis.

A proposito di Beatrice Frangione

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