L’Italia come può ribaltare l’1 a 0 maturato a Solna?
Come potrà, in base alla gara d’andata, far fruttare quell’attacco capace di segnare molto in Serie A?
Immobile, Belotti, Insigne, tre marcatori importanti rimasti a secco in questa decisiva sfida per il mondiale Russia 2018. Loro tre hanno messo a segno 20 reti in dodici partite giocate nel nostro campionato.
Per l’Italia bisognerà renderlo efficace senza sbilanciarsi troppo in fase difensiva. Sarà necessario costruire azioni più rapide, affiancate dalla solidità nel reparto arretrato.
Innanzitutto, è indispensabile evitare quella frustrazione e rabbia per il gioco al limite del regolamento degli svedesi. Bonucci irritato per gran parte del match dall’atteggiamento di Toivonen, molto manesco e poco elegante.
Ma su questo terreno l’avranno vinta i nostri avversari. Non bisogna cadere in questi tipi di errori. Così come quelli commessi da Verratti, un giallo preso a centrocampo, senza alcun pericolo serio. La sua assenza sarà importante nella gara di S.Siro.
Non si potrà proporre un 3-4-1-2. Era l’unico in grado di ricoprire degnamente il ruolo di trequartista offensivo in uno schema di questo tipo. Opzione da scartare del tutto.
Di certo, nella serata di ieri c’è da guardare con ottimismo al ritorno della Bbc in campo, una vera e propria barriera difensiva davanti a Buffon. L’Italia è blindata in questo modo.
Altro punto fermo, preso dalla partita di ieri, è certamente il terzino Darmian. La sua è stata una prestazione convincente. E’ stato pronto a muoversi in fase offensiva, come in una delle occasioni più pericolose create dagli azzurri. Un cross che, per poco, Belotti non è riuscito a girare in porta.
Per quanto riguarda il centrocampo, potrebbe esserci l’esordio di Jorginho, dal primo minuto, in una partita da dentro o fuori. Un rischio grandissimo da correre, ma solo agli audaci la fortuna sorride.
Quel che è certo, ci vorrà un’Italia più veloce, nei tempi di gioco, visto che la Svezia ha palesato tutti i propri limiti nel riposizionamento, sia sui cross che sulle ripartenze azzurre.
E’ un obbligo crederci, anche se si fa fatica ad esserlo dopo la gara di ieri.