F1 – Il GP di Turchia, una storia breve ma intensa

Sul tracciato dell’Istanbul Park sono stati molti gli episodi clamorosi passati alla storia di questo sport.

Compresa la stagione 2021 la Formula 1 ha gareggiato in Turchia appena 9 volte dal 2005 ad oggi. Eppure sul tracciato dell’Istanbul Park, conosciuto anche come Massa track – Felipe ha trionfato qui nel 2006-2007-2008– sono stati non infrequenti episodi clamorosi passati alla storia di questo sport.

Progettato del ‘solito’ Hermann Tilke, è lungo 5.338 metri, presenta 14 curve (8 a sinistra e 6 a destra) e 4 rettilinei da affrontare in senso antiorario. Il record della pista (1’24″770) è tuttora detenuto da Montoya su McLaren MP4-20: Juan Pablo l’aveva fatto segnare nell’edizione inaugurale non in qualifica ma durante la gara.

Esiste un podio delle emozioni?

25-26-27 agosto 2006. Il fine settimana inizia con un mezzo colpo di scena. Un pilotino tedesco di appena 19 anni, praticamente un esordiente totale, al volante della Bmw Sauber #38 ottiene il primo tempo nella seconda sessione di prove libere.

Si chiama Sebastian Vettel.

Ma è il terzo pilota, quello che la domenica non corre. In pole per la prima volta parte Felipe Massa su Ferrari, subito dietro il suo compagno di scuderia Michael Schumacher e Fernando Alonso ovvero i due contendenti al titolo. Una potenziale doppietta a posizioni invertite sarebbe provvidenziale per il tedesco ma l’uscita di pista di Vitantonio Liuzzi su Toro Rosso al giro 13 provoca l’intervento della safety car: il muretto Ferrari richiama in contemporanea i piloti.

Attimi interminabili, sportivamente fatali a Schumi che riparte terzo alle spalle della Renault di Alonso. Lottano aspramente i due, riproponendo il duello di Imola a posizioni invertite. L’asturiano, campione in carica, è monumentale nella sua difesa e conquista un secondo posto fondamentale.

28-29-30 maggio 2010

Stavolta dalla pole scatta il leader del mondiale, Mark Webber, che ha la possibilità di allungare in classifica. Il suo compagno in Red Bull, Vettel, non ci sta e al giro 40 combina il disastro: alla staccata della curva 12 attacca con troppa decisione, contatto inevitabile e ritiro.

La McLaren si trova per le mani una doppietta, c’è Hamilton in testa e Button lo segue ma evidentemente il richiamo della curva 12 è troppo forte: Jenson ci prova e passa! Quando Hamilton ripassa gli uomini del muretto iniziano a sudare freddo e allora prendono la decisione più ovvia e saggia obbligando i piloti a mantenere le posizioni.

Sul podio riesce a salire anche Webber, quarto chiude Michael Schumacher su Mercedes che eguaglia il miglior piazzamento stagionale. Due settimane dopo a Montreal Lewis e Jenson replicheranno il risultato: sarà l’ultima volta prima di Monza 2021.

 
 
 
 
 
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13-14-15 novembre 2020

Dal caos delle qualifiche disputate in condizioni mutevoli emerge Lance Stroll che firma la prima pole position per sé e per la Racing Point.
Alla domenica smette di piovere poco prima del via ma lo stato discutibile dell’asfalto rende il tracciato simile ad una pista su ghiaccio e va in scena un’edizione ‘estrema’ che ha due protagonisti assoluti.

Il primo è Lewis Hamilton che conquista la vittoria numero 94 e centra il settimo titolo iridato eguagliando Schumi. L’altro è Sebastian Vettel che cancella con una prestazione da fuoriclasse le amarezze di un’intera stagione e conquista il gradino più basso del podio, l’ultimo vestito di rosso.

Il secondo posto di Sergio Perez è perfetto per le statistiche: i 3 sul podio sono infatti gli unici che erano sulla griglia di partenza del leggendario gp del Canada 2011, il gran premio più lungo della storia della Formula 1.

A proposito di Francesco Tassi

'Uno che nasce in Emilia Romagna e impara a leggere su Autosprint ha il destino segnato. Giornalista de mutòr e ufficio stampa.'

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