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Steph Curry e Kevin Durant contro Kyrie Irving e Lebron James: Golden State Warriors versus Cleveland Cavaliers!
Questa è la sfida che tutti si aspettano di vedere nelle finals NBA in questa stagione 2016/2017. E l’inizio di questi playoffs sembra dare ancora più credito a questa aspettativa.
Entrambe le squadre infatti hanno spazzato via i rispettivi avversari chiudendo subito le lorio serie con un secco 4-0. Se Golden State ha strapazzato i Portland Trail Blazers senza faticare più di tanto, diverso è stato il discorso per i Cavs che hanno dovuto faticare più del previsto per battere quattro volte gli Indiana Pacers.
Lo dimostra anche il nuovo record che hanno fatto segnare i Cavs, purtroppo negativo per Paul George e compagni. Nessuna squadra aveva mai subito più di 100 punti a partita nel primo turno dei playoffs ed era contemporaneamente riuscita a fare “cappotto”.
Beh, questi sono i Cavs e buona parte del merito lo si deve a Kyrie Irving, sontuoso nelle prime due uscite, e a LeBron James, capace di rimettere in piedi da solo gara 3 dove i suoi erano sotto di 25 nel terzo quarto. Roba da “prescelti”.
Se ci sono lati positivi, come detto, non mancano però quelli negativi. Il principale è la fase difensiva. Subire più di 100 punti a partita con i Pacers è un campanello d’allarme che deve far riflettere in vista dei prossimi turni di playoffs.
Infatti la fase difensiva sarà un elemento chiave soprattutto quando si arriverà nella fase calda dei playoffs e non basterà il rendimento difensivo di Tristan Thompson, forse unico della squadra con una mentalità più difensiva che offensiva rispetto ai vari LeBron, Irving o Love.
Fase difensiva che di certo non è un problema per Golden State. I Warriors hanno fatto della difesa uno dei perni più importanti del loro sistema di gioco, cosa che poi gli permette di dare continuità nelle azioni di attacco.
Il primo quarto della Gara 4 contro i Blazers è l’esempio più recente e lampante della forza di questa squadra. Una fase difensiva perfetta nei primi minuti di partita che ha poi lasciato spazio nella metà campo offensiva alla forza dei Warriors.
C’è forse una parola che incarna bene la supremazia dei Golden State Warriors a livello offensivo: questa parola è “movimento”.
La loro infatti è una pallacanestro fatta di movimenti continui tra i giocatori; questo porta all’utilizzo numeroso di blocchi e soprattutto di tagli e uscite sia dal post basso sia dal post alto che mettono in difficoltà le difese avversarie.
In più quest’anno i Warriors hanno Kevin Durant, che ha aumentato il potenziale offensivo ma anche difensivo di Golden State. Come se non bastasse avere Curry, Thompson e Green.
I Warriors sembrano avere un unico problema: il blackout. A volte staccano la spina e rischiano di compromettere partite che hanno saldamente in pugno. Quest’anno si è visto in regular season in casa contro i Grizzlies: sopra di 25 nel terzo quarto hanno smesso di giocare e sono stati sconfitti in overtime.
Insomma, con problemi e certezze Cavs e Warriors hanno superato il turno e sono un passo più vicini al remake delle finali degli anni precedenti. Vedremo se anche quest’anno sarà così.
Autore: Simone Mozzi
